la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

OLI OSANNATORI DELLA "RIFORMA GENTILE" 329 della scuola professionale moderna, con un sistema che affezioni veramente l'allievo all'insegnamento cattedratico e gli faccia sentire il bisogno di imparare non per dare l'esame (scolastico o di Stato) ma per risolvere problemi concreti, cui l'allievo si interessi veramente. Questo nuovo indirizzo, che non è possibile esprimere in articoli di legge, si può attuare per gradi, per successivi esperimenti parziali, per iniziative individuali di insegnanti. È la vecchia mentalità riformistica che si illude e illude di conseguire ri-. suttati apprezzabili con questi terremoti legislativi: e la pratica s~ incarica ancora una volta di irridere q,ll'illusione riformistica. Uno degli scopi più precisi del Decreto Gentile era di separare nettamente con un taglio brusco coloro che vanno alle Scuole medie per acquistare un po' di cultura generale da quelli che debbono proseguire gli studii: per raggiungere quello scopo si è imposta _ la trasformazione delle Scuole tecniche in Scuole complementari. Ebbene, in quasi tutti i Comuni, a fianco delle Scuole complementari si istituiscono corsi integrativi di latino per permettere agli allievi delle complementari di passare, con un esame di integrazione, al quarto anno dell'Istituto tecnico. La Scuola tecnica soppressa per Decreto risorge naturalmente, per forza di cose, perchè risponde a un bisogno delle nostre classi piccolo borghesi, perchè non è reale la distinzione fra quelli che vogliono proseguire gli studi e quelli che non vogliono proseguirli, dipendendo ciò da svariati coefficienti intelle_ttuali dell'allievo ed economici della famiglia. Il Senatore Gentile, filosofo pro.fondo, che pensa di questo <fatto>? I suoi osannatori quale conclusione traggono da questa <integrazione> della Scuola complementare che si va preparando e che snatura completamente il carattere della Scuola stessa ? F. ARIELI TRA LIBERALI E FA SCISTI Liberali e fascisti. Guardiamoli un momento come due forze in contrasto, anzi conze l'espressione di due diverse esigenze. Esigenza insopprimibile di libertà per i primi - esigenza di rinnovamento funzionale nella vita dello Stato per i secondi: due esigenze, cioè, egualmente legittime. Dov'è il loro errore? L'errore dei liberali, e il loro torto, è nel volere immobilizzarsi nella difesa di istituzioni politiche e forme di rappresentanza che non hanno risposto e non potranno rispondere nè alle esigenze di libertà, nè a quelle di un buon riordinamento dello Stato. L'errore del fascismo, ed il suo torto, è' quello di pretendere di poter procedere a rinnovare il funzionamento della vita pubblica senza tenere alcun conto delle esigenze di libertà anche più elementari. La nostra posizione di fronte al liberalismo può essere per ciò cosi precisata. Consentiamo col liberalismo nell'affermare che la libertà è una esigenza insopprimibile della vita moderna; ma siamo contro il liberalismo in quanto ci rifiutiamo di riconoscere tale esigenza soddisfatta negli istituti e nelle forme politiche del passato. Consentiamo col fascismo nel riconoscere la necessità di dare un ordine nuovo alla vita pubblica italiana , ma siamo contro il fascismo perchè fa consistere il rinnovamento in un peggioramento delle istituzioni vecchie, perchè piuttosto che aprire alla vita nazionale la via per affermarsi ed espandersi liberamente la soffoca irrigidendo le funzioni statali in un centralismo più assoluto, offensivo per quelle forme stesse della libertà che essendo fuori dellf' Stato sono per ciò più scusabili e più vive. Biblioteca·GinoBjanco

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