la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

• I 328 LA CRITICA POLITICA colo-borghese; reduce da questa nuova, e più grave delusione fascista, e in cammino verso altre combinazioni di forze politiche e verso altre finalità? . L'avvenire immediato della nostra vita pubblica è qui : esso sarà, ancora una volta, dettato dall'atteggiamento che adotterà quella classe media, che, essendo numerosa e colta, pesa sempre il doppio di ogni altra classe sulla bilancia politica. Dopo l'eccessiva indulgenza che essa ebbe verso quelle forme di bolscevismo, che erano il trionfo del numero ancora inarticolato e inespressivo, e dopo aver creduto per tre anni nel fascismo, che si è rivelato una potenziazione politica a favore delle classi maggiori, essa dovrebbe ora iniziare il definitivo ravvedimento: dovrebbe, cioè, operare in se stessa quella sintesi della collettività politica italiana che ormai si annuncia. E quindi modificando le affermazioni interamente popolari del biennio 191~-20 e quelle patriottiche del biennio successivo, pervenire alla formazione d' una democrazia. La quale, agisca sul terreno nazionale, e vi affermi risolutamente che la politica non è la funzione di una élite, ma è anzi tanto più potente quanto è più grande il numero dei cittadini liberi collegati a difenderla o a esaltarla: tanto più potente, perciò, quanto più, cioè, essa sa essere una libera e franca democrazia. N. M. FOVEL . Gli osannatori della " Rifo:fma Gentile " È degna di speciale rilievo l'infatuazione lirica con cui nella stampa ufficiosa si esalta la < Riforma > Oentile: parrebbe che la Scuola media, sentina sino a ieri di tutti i vizi e di tutti i mali, col primo ottobre prossimo dovesse diven_ireil focolare del rinnovamento spirituale e morale della Nazione, come se per realizzare questo sia sufficiente stampare certe parole anzichè certe altre nella Gazzetta ufficiale, cambiare i nomi delle Scuole medie, modificare le materie di insegnamento, ecc. La Scuola media in Italia era quello che era, con i suoi vizi e con le sue virtù, non per il suo ordinamento legale, ma per l'ambiente in cui era chiamata ad operare e per la minore o maggiore abnegazione degli insegnanti: era il risultato di una lenta selezione e di un adattamento alle esigenze d'ambie.nte. La riforma Oentile ha messo a soqquadro, con le migliori intenzioni del mondo, l'ordinamento formale della Scuola media: ma non ha potuto e non può modificare l' animus degli insegnanti e quello degli allievi e delle loro famiglie: questo animus era la vita interiore della Scuola di ieri, e sarà la vita interiore della Scuola di domani, ed è una illusione funesta il credere che questo animus cambi a colpi di Decreto La Scuola media, per volontà degli alunni e delle loro famiglie, è una fabbrica di diplomi, e non un laboratorio di cultura concreta: scrivere in u,zDecreto che deve essere un'altra cosa è un proposito altamente lodevole, ma è inefficace: la natura non procede per salti, e l'umanità neppure. Per riformare la scuola media bisogna collegarla di più alla vita reale, dandole ordinamenti più sciolti e più facilmente adattabili alle esigenze delle varie regioni e introducendo in esse anche il lavoro manuale: bisognava e bisogna avviarla verso il tipo Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==