DAL MARX AL PROUDHON 317 pravvivenze medievali o da reazioni autoritarie, ciò è giustificato solo dal fatto che essi forniscono le condizioni relativamente più favorevoli alla lotta di classe, da affermarsi ~enza compromessi e senza attenuazioni sino alla instaurazione definitiva dell' ordinamento socialista. Le rivoluzioni scoppiate in seguito alla guerra (riassumendo le conclusioni del Longobardi) hanno confermato da un lato, che il regime •Capitalistico genera un proletariato rivoluzionario, e dall' altro che i movimenti rivoluzionarii sono un prodotto delle grandi crisi a cui il capi.- talismo dà origine. Quindi la stotia procede per rivoluzioni. Non bene si invoca l' autorità del marxismo per sostenere che oggi manchino le condizioni della rivoluzione proletaria, e la rivoluzione russa trova pure nel marxismo spiegazione adeguata e nelle pagine del Marx e dell' Engels perfino la previsione esplicita sulle sue possibilità di successo. Dopo l'a guerra l' ordinamento capitalistico è ormai entrato nella sua grande •Crisi .di dissoluzione. Tali condizioni- storiche creano al proletariato questi compiti: l' educazione dello spirito rivoluzionario attraverso una pratica rivoluzionaria, e la forinazione degli organi che, oggi strumenti di lotta contro la borghesia, dovranno permettergli di esercitare domani la -sua dittatura di classe e di intraprendere, mercè essa dittatura, la trasformazione del regime sociale. Sopra tutto, l'A. ritiene che da quanto si svolge e matura intorno a noi esca confermato il marxismo nella essenza intima sua di dimostrata ' necessità di distruggere violentemente il regime capitalistico. Da questa pretesa conferma della storia deduce, conformemente agli insegnamenti dei grandi maestri del socialismo, dimenticati o negletti attraverso una pratica troppo lunga ed esclusiva del socialis1no parlamentare, un più -coerente e fattivo indirizzO' rivoluzionario. Eliminare dalla parola rivoluzione· il significato di violenza e di conflitto materiale è una conce~ione -evoluzionistica e pseudoscientifica del socialismo, non è stato mai del marxismo. Il marxismo dimostra, secondo il Longobardi, che il fatto essenziale della rivoluzione è il cambiamento dell' ordinamento della produzione e la sostituzione del ceto dirigente nel suo dominio economico e politico; ma è anche la dimostrazione che tali cambiamenti non po_s sono avverarsi senza abbattere violentemente il potere delle vecchie .classi e sostituirvi il dominio delle classi nuove. Così il libro termina inneggiando all' uragano purificatore che è nelle cose e dev' essere nell' animo dei lavoratori : estote parati . . Questo è parlar chiaro. È la dottrina catastrofica della Terza Interna- ~ionale, per cui Robespierre e Marat sono dei Sanluigini. Quanto lontani da quel socialismo, messo di moda dal Ferri, eh' era la traduzione, nel campo sociale, della evoluzione del Lyell e del Darwin e che faceva dello Spencer e del Marx due fratelli germani, e occorrendo pigliava la parola rivoluzione nel senso copernicano delle rivoluzioni celesti. · Il libro del Longobardi scritto con mano sicura canta il funerale, e ibli'oteca·Gino Bian.co
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