la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

LA CRITICA POLITICA gnerà cominciare con l'epurazione degli speculatori che si annidano in ogni parte d' Italia, se si vorrà cercare di contenere i prezzi dei generi di largo consumo » ; e non è neanche· assicurato che in un secondo tempo, inaspritisi i prezzi e acuitosi il bisogno di assicurarsi il favore delle masse, non si ritorni ai tanto deprecati sistemi di guerra. In realtà l'azione del governo in materia di prezzi, quando non si voglia ritornare agli approvvigionamenti ed alla distribuzione di Stato, non può esercitarsi che per via indiretta, con la politica doganale, con la politica dei trasporti e con la politica finanziaria e monetaria. Su questa strada il governo ha fatto qualche passo con la riduzione e soppressione dei dazi su derrate singole; ma è troppo poco. Intanto, anche in materia di prodotti alimentari non si son volute. toccare quelle voci a cui son legati gli interessi di alcuni gruppi nazionali organizzati ; ma sopratutto bisogna convincersi che non si può combattere il caroviveri con la diminuzione di qualche dazio . isolato, ma che tutto il sistema doganale, nella sua complessità e nella stretta ' connessione delle sue voci, grava pesantemente sul costo della vita. E questo della incidenza dei dazi doganali uno •dei problemi che meglio si prestano agli artifici polemici. I sostenitori di un detenninato dazio isolano il dazio del loro cuore, e in alcuni· casi riescono facilmente a dimostrare che è minimo l'aggravio che ne risentono i consumatori. Ma essi dimenticano semplicemente che i dazi protettori si contano ormai a centinaia, e che essi son tutti collegati fra loro in iscala ascendente. Per non insistere sempre prendiamo ad esempio, sulla metallurgia~ una delle categorie meno protette, che è quella del cotone : di fronte ad un dazio sui filati tinti che va da 28 a 150 lire oro (cioè da 120 a 650 lire carta) per quintale, si trova un dazio su tessuti tinti, che varia da 140 a 300 lire oro il quintale : un dazio sulle calze, da 250 a 540 lire oro il qui~tale ; e così di seguito. La commissione parlamentare, fondandosi sul rapporto fra i dazi riscossi ed il valore delle merci importate nel 1922, ha calcolato che il dazio rappresenti un aggravio del 16 per cento ; ma in realtà il peso risentito dal consumatore è enormemente maggiore, perchè i dazi più alti, quelli che raggiungono completamente la loro efficacia, son quelli che l'erario non riscuote, inquantochè essi riescono ad impedire totalmente l' importazione. E ancora non basta ; perchè v'è da aggiungere il fattore psicologico, per cui il contadino che viene in città a fare i suoi acquisti e trova tutti i manufatti rincarati d' un terzo, della metà, del eento per cento per effetto dei dazi protettori, si rifà alla sua volta elevando il prezzo dei' suoi prodotti moltq al di là della protezione che eventualmente gli sia stata concessa. Non concluderemo per questo che il solo rimedio per combattere il caroviveri sia l'aboliziohe totale ed immediata di tutti i dazi ; ma un provvedimento giusto ed efficace si può ottenere soltanto con una revisione generale ed armo.- nica di tutto il sistema. Ma il campo in cui meglio d'ogni altro si può esercitare l'azione dello Stato per ottenere risultati positivi è quello della politica finanzlaria e monetaria. Il ministro del commercio, nel suo attacco alquanto demagogico contro gli speculatori, ebbe a ripetere con frasi molto vivaci un'accusa che era già apparsa nella ~ stampa officiosa, e che era stata vittoriosamente demolita dai nostri migliori Biblioteca Gino Bianco ~

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==