la critica politica - anno III - n. 6 - 25 giugno 1923

'288 LA CRITICA POLITICA farlo senza indugio giacchè l' astensione è da noi considerata diserzione e come tale condannata n• Dopo avvertimenti tanto cortesi è iacile immaginare il resto. Un giornale cattolico - in una corrispondenza da Ravenna - commentando il risultato scriveva : " Chi poteva opporsi alle minaccie delle camicie nere che per una settimana hanno bivaccato in Ravenna con le armi alla mano, come se si trattasse non della conquista morale, ma di quella materiale della nostra città? n• Quel c.orrispondente esagerava, evi- •dentemente .... Anche con la proporzionale .... Che il fascis1no possa disinteressarsi allegramente del sistema elettorale lo ha già dichiarato con molta franchezza l'on. Farinacci. E noi che al nostro commento ed alla interpretazione nostra preferiamo sempre l' interpretazione autentica (tanto che que- ·sta rubrica va riducendosi sempre più ad, una raccolta di Documenti destinati ad acquistare col tempo sempre maggiore interesse). non sappiamo resistere alla tentazione di riprodurre, nel suo testo autentico, il pensiero -del deputato fascista di Cremona contenuto in un articolo della Creniuna Nuova, opportuna1nente riprodotto dai giornali fascisti della capitale. " Gli avversari del collegio unico nazionale - scrive l'on. Farinacci - potrebbero domani tròvarsi di fronte alla sorpresa di veder indette le elezioni col vecchio sistema proporzionale e, anzichè raccogliere trionfi, subire irreparabili sconfitte ed assistere alla decimazione dei gruppi parlamentari che fino ad· ieri facevano il buon tempo e il cattivo tempo l Sarebbe, insomma, una dolorosa sorpresa per i socialisti per i popolari e per altri ancora, che tanti insperati benefici trassero dalla proporzionale, vedersi ridotti ad un piccolo numero. Biblioteca Gino D1d 1co Allora essi si persuaderebbero facilmente ed a loro spese, quanto infida sia a quegli stessi partiti che la caldeggiano e la difendono quando il sisten1a della proporzionale è fatto funzionare dai fascisti abilmente. La questione è tutta in quel tale elettore che, entro la cabina, con la scheda di Stato, sottratto ad ogni impressione, libero da ogni influenza del di fuori, può agire di testa sua e secondo certi sistemi, certe riflessioni, certe esperienze, certi confronti .... Se dunque gli avversari vogliono mettere a dura prova la nostra pazienza con la loro insidiosa opposizione, facciano pure. Votino contro la riforma elettorale. Noi li attendiamo a piè fermo; li combattere1no, anzi, con le stesse loro armi, con la proporzionale e potrebbe darsi che, oh, sorprese del1' urne!, noi si riuscisse a conquistare non i due terzi ma .... i quattro terzi dei seggi. ' Tableau ! n• Il fascismo è capacissimo di arrivare ali' unanimità più uno. Lo abbiamo sempre pensato. L'ultimo discorso politico di Mussolini. Da qualche tetnpo l'on. Mussolini parla e si muove molto. Si ha l' impressione che egli voglia guadagnare, dispensando con larghezza parole promesse e favori, quei consensi che al fascismo (nonostante le rinnovantesi unanimità elettorali) sfuggono giornalmente. E sopratutto si nota in lui la preaccupazione di mostrarsi un uomo forte, che può tutto quello che vuole, che ciò che non ha fatto farà, che dove non è arrivato arriverà. Cosa se ne deve dedurre ? Precisamente che egli avverte di non essere quello che essere vorrebbe. Il tono del suo lingtJaggio è sempre forte, è anzi fortissimo; ma in lui la forza, la vera forza non c'è. Tanto ciò è vero che ha sentito B bisogno di spiegarsi e di giustificarsi, ampiamente. E lo ha fatto col suo discorso

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