, 280 LA CRITICA POLITICA Nella fabbrica le attività individuali sono armonizzate dalla direzione del1'imprenditore, che solo ha la capacità di abbracciare intellettualmente tutto il processo della produzione. · A questa forma di cooperazione Marx oppone la cooperazione in cui < si manifesterà l'opera di uomini liberamente associati, agenti coscientemente e padroni delle loro azioni. Ciò esige nella società un insieme di condizioni di esistenza materiali le quali non possono essere che il prodotto di un lungo e doloroso sviluppo >. Quando questo grado di sviluppo sia raggiunto, il capitalista non ha più ragione di essere. ~Il.capitalista non ha nessun valore storico, nè alcun diritto. storico alla vita, se non fino a che funziona come capitale personificato. Esso forza gli uomini, senza tregua nè posa, a produrre per produrre, e li spinge cosl istintivamente a svol.gere le forze produttrici e le condizioni materiali, che sole possono formare la base di una società nuova e migliore>. · La gerarchia nella fabbrica non solo assicura la disciplina e la inten- .. sificazione del lavoro, ma organizza il lavoro degli operai assegnando a ognuno un compito, e facendo convergere tutte le attività individuali a un solo scopo: come la disciplina e la intensificazione del lavoro, cos} questa coordinazione si basa in un primo momer.to solo sulla gerarchia. Gli operai però agiscono e lavorano insieme entro la fabbrica: questa vita e questa azione comune, per quanto sia l'effetto della volontà dell'imprenditore, non può rion determinare fra essi un vincolo, non può non far sorgere in essi la coscienza di questo rapporto. Ciò costituisce il primo grado del passaggio dalla coordinazione esterna alla coordinazione interna. • I I L'operaio non è isolato nell~ fabbrica: disciplina vuol dire anche rapporti fra operai: la intensificazione del lavoro e la cura della qualità del prodotto hanno in molti casi una delle forze, che le eccitano, nella emulazione fra operai. Disciplina, partecipazione dell'operaio alla produzione, ·' coordinazione delle attività individuali, non sono che aspetti diversi di un I unico rapporto. Quando la disciplina e la partecipazione più attiva dell' operaio al processo produttivo divengono parzialmente volontarie, anche la coordinazione diviene in parte cosciente e volontaria. Nella coscienza di questo rapporto interno può ricercarsi il fondamento di alcune concezioni e di alcune rivendicazioni degli -operai. Gli operai durante gli- scioperi trattano con l'industriale, come un corpo collettivo. Entrati nella fabbrica con contratti individuali, sentono nella fabbrica di costituire un corpo collettivo,. che resta tale anche quando sono rotti i rapporti con l'imprenditore, il quale ha determinato la formazione di esso. Non si ha soltanto una riunione d'interessi identici con una sÒla rappresentanza, ma una vera unità. I rapporti collettivi tra imprenditore e operai non sorgono solo dalle condizioni del mercato di lavoro per la grande industria: dal punto di vista puramente economico, l'industriale, che non può acquistare la materia prima al minuto, non può neppure fare contratti individuali con gli operai per l'acquisto della loro forza di lavoro: gli operai non potendo dibattere individualmente il prezzo della loro merce ricorrono mediante l'organizzazione al dibattito collettivo. Ma il rapporto non è sempre così semplice: non è tale, quando ci sia la coscienza di un vincolo interno fra gli operai della stessa fabbrica. BibliotecaGino Bian·co "
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