STUDI SOCIALI Dalla cooperazione coatta alla cooperazio.ne libera nella fabbrica Nella fabbrica. l' itnprenditore è un organizzatore: esso che ha già stabilito quali prodotti. saranno fabbricati e come lo saranno, .che ha già scelto te macchine, la forza motrice, e acquistate le n1aterie prime, dirige entro la fabbrica il processo di trasformazione di queste materie prime. È la sua volontà che si esplica nella fabbrica per mezzo dei direttori, dei capi operai, della gerarchia da lui stabilita. L'operaio, che ha venduto individualmentela sua forza di lavoro, entrando nella fabbrica, si trova a far parte di un -corpo collettivo, di un organismo complesso, che l'imprenditore ha messo in essere: si trova subordinato a una gerarchia che l' itnprenditore· ha co- -stituito. Gli operai lavorano insieme per uno stesso scopo, che non è stato fis- -sato da loro; < questa cooperazione non è che un semplice effetto del capitale che li occupa simultaneamente. Il legame tra le loro funzioni individuali e la loro unità come corpo produttivo si trova al di fuori di essi, nel capjtale, che li riunisce e li richiede. Il concatenamento dei loro lavori ad essi appare idealmente come il piano dei capitalisti, e l'unità del loro corpo collettivo appare come la sua autorità, come la potenza di una volontà straniera che sottomette i loro atti al suo scopo .... In quanto essi cooperano, non sono che un particolar modo di esistenza del capitale. La forza produttiva che dei salariati spiegano come lavoratore collettivo è per conseguenza forza produttiva del capitale> (Marx). È espresso nel 1nodo più chiaro il concetto che Marx si formava della cooperazione forzata nella fabbrica: gli operai lavorano insie1ne per uno stesso scopo: ma sono uniti tra loro solo in quanto tutti sono uniti al capitalista. Questa riunione di forze avviene indirettamente attraversq il capitalista, non direttamente fra gli operai stessi per una loro volontà comune. U corpo collettivo non ha volontà ed esistenza che per merito del capitalista. Marx riteneva che il capitalista è capo d'industria perchè è capitalista. < Il comando nell'industria diviene l'attributo del capitale, come ai tempi ieudali la direzione della guerra e l'amministrazione della giustizia erano gli attributi della proprietà fondiaria>. Marx non separava capitalista e imprenditore, come ha fatto l'economia moderna: però, osservato che il punto ,d'unione degli operai cooperanti nella fabbrica non è il capitalista ma l' imprenditore, la rappresentazione che Marx si faceva della organizzazione •della fabbrica non diverge da quella che ne danno gli economisti moderni. Nei fascicoli di dicembre e di febbraio della Crttlca sono stati pubblicati gli articoli sulla •< posizione degli operai nella- fabbrica> e sulla <disciplina> che si collegano strettamente col presente. iblioteca Gino Bianco , I • I •
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