I POLITICA INTtRNAZIONALE Dalla tregua di Versailles ali'occupazione della Ruhr Soltanto uno stolto potrebbe negare la santità delle ragioni per le quali una parte dell'Europa si è schierata contro la Germania e contro l'Austria · nel 1914 e nel 1915. Era, in sostanza, una rivolta degli oppressi e degli uomini giusti, contro gli oppressori e contro i malvagi; era la reazione necessaria opposta ad una mentalità arretrata, che pretendeva governare i popoli con i criteri della Santa Alleanza, cioè coi criteri d'un secolo addietro, quando era appena ai suoi primi albori quella magnifica e nobilissima fra le forze di coesione umana, eh' è il sentimento della nazionalità. Ma poichè nei cento anni del secolo XIX la maggior parte dei popoli europei si era decisamente orientata verso quella forza, mettendola come base fondamentale della propria esistenza, cosl era fatale che si determinasse, un giorno, l'urto sanguinoso fra le nazioni che avevano fatto tanta strada nel progresso morale scultoriamente codificato da Giuseppe Mazzini ne suoi scritti, e quelle che invece eran rimaste ostinatamente alla coda. Co- ' deste non avevano mai mirato al raggiungimento della meta prefissa dalla Provvidenza alla vita morale delle nazioni, ma si erano indugiate cronisticamente o utilitaristicamente lungo la strada, compiacendosi soltanto del fatto che la lunghezza del viaggio e l'asprezza degli ostacoli non davano soverchio travaglio alle proprie forze fisiche. La vittoria non poteva non coronare gli sforzi dei buoni, dei progredienti, dei servi dell' ideale, perchè, vivaddio, e' è, ci deve essere un ideale per i popoli, come per gli individui. Ma un vizio gravissimo si insinuò nei trattati conchiusi fra le potenze dell'Intesa nel momento in cui s'univano per rintuzzare le prepotenze teutoniche,' e questo vizio fece s} che tutti i congressi e tutte le conferenze, per mezzo dei quali questa grande inferma che è l'Europa va cercando da quattro anni un po' di riposo sul suo letto disagevole e pieno di ·bernoccoli, avessero ·in sè una gravissima causa ·di debolezza. Il vizio consistette nel non vedere al di là della immediata necessità di metter in comune sangue, viveri ed armi, nel non considerare mai la necessità di una vittoria che fosse completa, assoluta, logica, che cioè risolvesse anche questa nostra ~rande guerra come erano state risolte tutte le altre succedutesi in almeno diecimila anni di vita umana : sterminare il nemico ed inseguirlo fin nel cuore del proprio paese, impadronendosi di tutto quanto fosse sufficiente a riparare i danni economici, che ~a guerra aveva inflitto ai vincitori. Crudeltà? Cinismo? Ma no, logica, nient'altro che logica, quella che un grandissimo scrittore politico, caro da cinque secoli ai politici italiani e stranieri, prediletto oggi più che mai dai reggitori di popoli, il Machiavelli, illustrava proprio quattrocento anni fa, con la sua olimpica e filosofica disinvoltura, nel libro VI delle Storie: ibiioteca Gi o Bianco
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