la critica politica - anno III - n. 6 - 25 giugno 1923

., I . ' I Le sorprese dell'attualismo politico Come si sa, l'attualismo del Gentile che vuole essere lo sforzo più poderoso del pensiero speculativo italiano dei giorni nostri, nega il niale e l'errore, e ' perciò scivola facilmente alla giustificazione del fatto compiuto. E questo il punctum saliens per cui ai rigidi fideisti della morale, tra cui il nostro Mazzini, riesce supremamente antipatico l'hegelisnio che è il padre dell'attualismo, appunto perchè lascia passare sotto i suoi spaziosissimi ponti acqua sorgiva di ghiacciai ed acqua putrida di palude, tutto spiegando e tutto assolvendo. L'attualismo per tal modo anzichè filosofia di azione è filosofia di paralisi. In un memorabile articolo pubblicato nella rivista Politica o nella Nuova Rassegna (non ricordiamo bene l'ubicazione) del I 920, il Gentile sosteneva che la monarchia sabauda era l'espressione più solenne del pensiero attualistico. L'eredità della corona da una parte e lo spirito dei tempi che la rende storicamente logica dall'altra, costituiscono (indovinate un po'!) l'aristotelico ~inolo per cui l'assoluto è in sè e per sè, concretandosi nella realtà individuale con certezza indefettibile. Quel povero sinolo aristotelico fa qui un po' la figura del veltro dantesco che, durante il periodo del nostro risorgimento, era obbligato a cacciare per la Chiesa, per l'lnipero e per la Repubblica. Ma le avventure mirabolanti del sinolo aristotelico non sono mica finite. Il nuovo sinolo, il concreto in atto si manifesta ora nell'opera di Mussolini, liberale "più vero e maggiore n· Mussolini è reale dunque è razionale. Il presente è "superamento" del passato nel senso che il presente nell)atto di cancellare il "jeri,, e il "prima" tesoreggia quello che nel jeri e nel prinia s'annida di spir_ituale e di eterno: conserva cioè nella nuo1 1a forma le ragioni ideali di ciò che è superato. Moq.ificando un famoso verso del Carducci possiamo dire che sol ·nel presente è il bello, sol nel presente è il vero. Il presente è Mussolini e Mussolini è Macchiavelli, Cavour,. e perchè no ? Spaventa con in più l'autocoscenza dei tempi nuovi. Tutto questo, se non lo sapete è hegelismo di quello sopraffino. Peraltro scendendo dalle altezze della speculazione alla politica d'oggi, ci pare per lo meno esagerata l'identificazione di Mussolini col liberalisnio. Ma anche qul l'hegelismo è molto accomodante. Liberalismo, autoritarismo ecc. sono pseudo concetti, nel senso che per sè e in sè•noti dicono niente di deterniinato. Non solo, ma il politico non deve essere schiavo di etichette: oggi è razionale il liberalismo, domani l'autoritarismo, peggio per chi non capisce la dialettica della storia. Ma Gentile ha il torto di esemplificare, di fare di Mussolini il continuatore fedele delle tradizioni del nostro risorgimento. E su questo terreno è pur lecito osservare che tra gli atteggiamenti di Cavour come realizzatore delle idee espresse dal Gioberti nel Rinnovamento, e quelli di Mussolini come realizzatore delle idee espresse' dal Popolo d'Italia non c'è traghetto possibile. Cavour incanalava entro gli argini della legalità il torrente spumeggiante della rivoluzione,· Mussolini si richiama al Metternich il def ensore del legittimiibHotecaGino Bianco I

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