LA SARDEGNA E IL FASCISMO · 269 il generale Gandolfo e lo stesso on. Musso.lini lo debbono sapere, ma la stampa continua a spargere panzane. E tuttavia è debito di lealtà riconoscere che il fascismo sardo è ora ·profondamente mutato per merito del prefetto di Cagliari e degli ex sardisti che vi sono entrati. È veramente, interessante constatare la fedeltà della maggior parte di cotesti transfughi alle idee autonomistiche, che essi continuano a sostenere nella loro propaganda, mentre il Littorio sardo settimanale fascista parla a tutto spiano d'imperialismo, e sopratutto la tenacia del loro atteggiamento contro le vecchie cricche. Queste sono combattute senza quartiere dovunque il fascismo sia rappresentato da _ex sardisti. Evidentemente ciò non facilita il proselitismo .... estensivo, ma bisogna confessare che assicura al fascismo sardo una particolare sagoma morale. Il partito sardo d'azione non può dire, màlgrado questa paradossale -situazione, di vivere in pace. Portare i colori sardisti è causa di arresto, almeno a Cagliari. Ogni mezzo di ostilita è buono per combattere la intollerabile pervicacia di un movimento che si ostina a non tirare l·e cuoia, non ostante il periodico annunzio di morte diffuso dalle agenzie ufficiose ed ufficiali. Pervicacia che deve apparire inspiegabile ai circoli governativi. Tutte le offerte più lusinghiere sono state fatte ai sardisti: Volete continuare ad essere autono1nisti ? Ecco lo stesso , prefetto che esalta l'autonomismo. Volete essere voi i padroni della Sardegna ? Ecco la stessa Autorità politica che diviene vostra alleata contro gli antichi eterni sostenitori del governo. I primi fascisti vi hanno fatto dei torti ? Eccoli sciolti, sbaragliati e magari ammanettati. Potete dire che il governo fascista non mostri di interessarsi della Sardegna ? Che Mussolini in pe_rsona non vi abbia confuso con le sue lodi iperboliche ? La vostra testa è evidentemente più dura del granito delle vostre montagne. La risposta c'è, ma non convincerà gli avversari del Partito Sardo. Ci sono i.... separatisti che si preoccupano soltanto delle po~izione isolane e credono che la felicità della Sardegna possa realizzarsi alleandosi al governo per la lotta contro i bricconi. Degli avvenimenti del continente essi non si curano ; molti sentono anzi un sincero disprezzo per cotesti sudditi d'oltre mare che, mentre si lasciavano sottomettere senza seria resistenza dalla tir.a. nnia fascista, avrebbero poi preteso dai Sardi una bella rappresentazione di sangue degna dei mac·elli della Brigata Sassari. Questo sentimento di odio anticontinentale è nel fondo di molte coscienze passate al fascismo. Sono questi i veri separatisti, anche se offrono legioni al dittatore, ed una specie di nemesi storica li ha posti sotto la direzione di Antonello Caprino. Ci sono poi i militi del partito sardo d'azione che per cultura o per istinto sentono che la rovina della Sardegna è stato il suo tragico isolamento. Che ricostruire, anche economicamente, la piccola patria, non si può senza ricostruire lo spirito degl' isolani proiettandolo ed inserendoiblioteca Gino Bianco
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