266 LA CRITICA POLITICA Il Congresso di Napoli del 1921 vide il gruppetto dei rappresentanti sardi (fra i quali partecipavano anche elementi di prim'ordine non isolani) capeggiare l'opposizione contro gl' isteris1ni nazionalistici dell' on. Siciliani, ed assistette ad un duello, dapprima tu1nultuoso e non solo oratorio, e di poi ardente ma cavalleresco, fra lo stesso gruppo ed i fiduciari di Gabriele D'Annunzio. La impostazione del problema di Fiume in netto contrasto con la rettorica degli adoratori del Comandant~ (e quanti di essi hanno poi tradito il Poeta per inginocchiarsi ai piedi d' un nuovo pontefice, e quanti tradiranno il Duce che oggi servono per altre genuflessioni !) mise a nudo lo spirito di indipendenza della rappresentanza sarda, sdegnosa di ogni soggezione .... pontificale, e la sua autonomia da ogni tirannia demagogica, non esclusa quella tricolore. Uguale dimostrazione di tempra morale diedero i òirigenti del combattentismo sardo, resistendo ad _un caldo appello fatto· dal De Ambris a nome del Coman- 1 - dante, resistenza tanto più meritoria in quanto essi riconoscevano, tra i ricami poetici della Carta del Carnaro, molti postulati del loro indirizzo autonomistico-sindacale. Non v'è stato, d'altronde, convegno della Asso-· ciazione nazionale dei CO}llbattenti in cui il gruppo sardo (che praticamente s'identificava quasi sempre con quello di Volontà) non abbia por- · tata la espressione più recisa e spregiudicata contro il tentativo di ide~tificare la Patria con una particolare corrente politica, e contro la artificiosità delle distinzioni settarie fra nazione ed anti-nazione. Ma dove lo spirito antirettorico dei combattenti sardi potè rifulgere in tutta la sua pienezza, fu nella campagna per lo scioglimento della Brigata Sassari e di tutti i reparti regionali. C'era in questa richiesta tale accorata grandezza da render pensoso ogni spirito non superficiale. I co1nbattenti sardi non volevano contaminato il ricordo del loro quadriennale sacrifizio dagli sbandieramenti festaioli di reparti da parata, così come erano stufi di veder parodiate le loro gesta nei luoghi comuni sull'eroismo dell'intrepido fante, sulla tradizionale fedeltà pro sa patria e_pro su Re ecc. ecc. Tutte queste . · figurazioni di cartapesta· potevano ancora titillare l'amor proprio provinciale di qualche allocco, specie di chi non aveva soff~rta la vita, di trincea, così diversa daHe descrizioni giornalistiche ad uso del fronte interno, ma ferivano profondamente la maggioranza dei combattenti sardi, offesi di v·edere i reparti regionali riprendere la turpe missione di poliziotti d' Itali a. Questo atteggiamento di quasi selvatica fierezza, attraverso le deformazioni interessate di tutte le vecchie coscienze isolane e la completa incomprensione continentale, diede origine alle calunnie sullo spirito bolscevico ed antinazionale dei sardisti ed alla leggenda dell' irlandismo. Per quanto riguarda la prima ~ccusa, sta il f.atto che, manco a farlo apposta, quando nel continente quasi tutti accettavano come .in-evitabile l'evento della prossima rivoluzione comunista, quel terribile bolscevico Biblioteca'GinoBianco
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