LA SARDEGNA E IL FASCISMO 265 metterne in rilievo alcuni tratti caratteristici, per tentare di correggere errori e di vincere incomprensioni tenaci. Quello che suole ormai da tutti indicarsi col nome di sardismo è una diretta derivazione del movimento dei combattenti isolani. In una sua intervista con Il Popolo del 25-26 maggio l'on. Cao afferma che lo spirito sardista < vigoreggiò e splendette come improvvisa 1neteora sul1' isola avanti che la guerra fosse conclusa, quando cioè ai combattenti la divisa militare e la trincea precludevano la politica >. Ma ]a verità è che l'autonomismo, non già come idea espressa da singole personalità, ma come movimento politico ( sia pure dapprima tumultuario come tutte le manifestazioni del dopo guerra) nacque e si sviluppò con la organizzazione dei combattenti e solo dopo qualche anno se ne distinse, e neppure mai completamente ( 1 ). Purtroppo le speculazioni compiute in tutta Italia sul nome di combattente, le pessime prove fornite da ogni genere di organizzazione combattentistica, e più di recente l'infeudamento dell'Associazione Nazionale al governo, tutto contribuisce a mettere in guardia il povero suddito anonimo da ogni efflorescenza trinceristica. Tuttavia, quali che siano state le sciocchezze commesse dai dirigenti e la ingenuità dimostrata dalle masse, si ha torto a generalizzare. Non sempre co1nbattentismo è sinonimo di rettorica del < sacro suolo >. Nel caso della Sardegna, poi, è vero proprio il contrario. Uno dei fenomeni che più colpisce l'osservatore è proprio questo : che in un paese, come il nostro, ammalato di radiosomaggismo ( diciamolo anche noi che siamo stati fervidi e convinti interventisti, pur senza il significato rancoroso che trasuda ancora dagli scritti degli ex neutralisti), in un paese marcio fino alle midolla di rettorica del gesto e della parola, vi siano state delle formidabili reazioni antirettoriche tra i reduci della trincea. In Sardegna ciò si è verificato con una imponenza davvero impressionante, con questo di speciale, che i combattenti isolani hanno creato una organizzazione politica tutta propria, adeguata alle loro esigenze sentimentali e pratiche e nessuno di essi ha sentito perciò il bisogno di riversarsi, come è avvenuto nel continente, nelle leghe bolsceviche dei disertori. Un atteggiamento di particolare fermezza caratterizza l'azione dei combattenti sardi nei vari convegni nazionali. Anche la stampa, a cui il movimento faceva capo, si schierò nettamente contro ogni gonfiatura patriottarda, pure esaltando con passione nella piccola patria sarda la grande patria italiana. • (1) Soltanto nel recente congresso di Macomer è stata deliberata la assoluta indipendenza dei combattenti sardi da ogni partito politico, ma, tenuta presente la condizione di cose derivante dagli ultimi avvenimenti, tale indipendenza appare come potente difesa contro ogni speculazione partigiana. "blioteca Gino Bianco '
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