.. · IL FASCISMO A NAPOLI 261 campagna è una multa che si infl~gge all' jnquilino ritardatario oltre la mezzanotte, e che va a benefizio del portiere, multa fondata su una venerabile consuetudine d'origine borbonica. Il chiavino poi è una specie di fantastico miraggio per i buoni partenopei, come chi dicesse I' Isola Utopia o il Sole dell'Avvenire, la conquista del diritto ,,di entrare a casa all'ora che fa più comodo. Questa mossa, certo abile, fruttò al Padovani il fervido consenso degli inquilini e dei portieri ; ma questi ultimi, una volta ottenuto il caroviveri, non insistettero più sull'abolizione della campagna, e così il chiavino è nuovamente apparso ai napoletani come una lieve nuvola d'oro, appena sfioccata sul luminoso orizzonte. Ad ogni modo la prima lega era varata; bisognava darle una compagna. Il porto era il campo dove si poteva operare fruttuosamente. Laggiù è tutto un intrigo di appaltatori e di pseudo cooperative, che hanno sostituito le vecchie compagnie di scaricatori, assoldati con la prepotenza e con l'autorità della camorra. Non fu difficile, approfittando del dissidio fra i capintesta, accaparrarsi una cooperativa e su questa far convergere, con minaccié alle autorità politiche, tutti i favori statali. Ed ecco un altro gruppo d'interessati. al porto, già socialisti, ricorrere agli arditi, per contrapporre violenza a violenza, tricolore a tricolore. Fra il tramestio dello scarico delle merci si scatenò la lotta fra dannunziani e fascisti, con assalti eroicomici a baracche di deposito, scalate ed occupazioni di bastimenti, eja eja alalà in un campo e nell'altro. Nella città i due gruppi si bastonarono di santa ragione per oltre un mese. Le cose, annunziate dai giornali, assumevano maggiori proporzioni. Mussolini, che doveva fare l'adunata a Napoli, ne fu seriamente preoccupato. Se il movimento degli arditi fosse stato più saviamente d~retto, ed ' avesse avuto qualche disponibilità finanziaria, avrebbe potuto rappresentare un serio pericolo per la riuscita dei noti avvenimenti di novembre. Gli operai avevano ripreso animo, le autorità di Napoli, alle dipendenze di De Nicola, allora antifascista, ma senza volontà nè energia, appoggiavano fiaccamente il fascismo. Se un uomo energico e fornito di mezzi avesse inquadrato le masse operaie e il popolino dei rioni rossi di Vicaria e Mercato sotto la bandiera dannunziana,. avrebbe potuto raccogliere fra Napoli ed immediati dintorni oltre centomila combattenti, che avrebbero potuto mettere a seria prova la riuscita del concentramento nel Mezzogiorno. Le autorità sarebbero state costrette ad intervenire con un'azione di equilibrio, e forse la storia avrebbe preso un diverso indirizzo. Ma non vi furono nè uomini nè quattrini. · Tuttavia Mussolini ne fu preoccupato e seppe provvedere in tempo. Quindici giorni prima dell'avvento, l'arditismo fu preso da un misterioso male di dissoluzione, cadde in languore, e i più animosi si allonibl"oteca Gi·no Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==