, • SITUAZIONI REGIONALI Il f ascismò a- Napoli Se si volesse ancora una prova che il regionalismo, più che una tesi politica, è una realtà insopprimibile della nostra vita nazionale, essa verrebbe data dall'esame dei vari partiti politici a Napoli. Socialismo e fascismo, prodotti d' importazione piccolo-borghese, hanno potuto avere qualche fortuna, assumendo un vivace colore locale. Il nostro popolo, cattolico ed idolatra, ha una fede sincera che si manifesta sotto la forma di saturnale. Piedigrotta, la celebrazione della festa della Madonna che sta nella chiesetta a piè del monte di Posillipo, celebrazione a suon di botte, con razzi, archi luminosi, lanterne veneziane e giapponesi, in un clangore stridulo e lacerante di trombette accompagnate dal sordo ritmo del putipù, è l'espressione più alta della sua religiosità. Qualche giorno prima della festa del santo del rione, i bambini e le ragazze vi assalgono per le strade questuando : Facile bbene a S. Gaetano o a S. Vicienzo. Ed i soldi raccolti vengono scrupolosamente im- . piegati per far bene al santo taumaturgo con una grande baldoria collettiva in suo onore. La chiesa cattolica ha in Napoli una rocca incrollabile della fede. Di questa psicologia hanno dovuto tener conto socialismo e fascismo, anzi per dir meglio, da que"Sto spirito essi sono stati necessariamente plasmati sorgendo e sviluppandosi come piante acclimatatesi nell'ambiente. Il socialismo, già affermatosi negli anni precedenti come strumento polemico a difesa della pubblica moralità, adoperato da un gruppo di avvocati intelligenti e di buona cultura per spezzare il groviglio di interessi oscuri che legavano i prefetti, attraverso la questura, alla camorra, (vedi le campagne dei settimanali Propaganda e Scintilla) ebbe il suo momento di gloria nel 1913. Già nelle lotte per il collegio di Vicaria, i socialisti per fare leva sulle masse avevano sperimentato .con esito . favorevole sistemi di propaganda che colpivano la iantasia popolare. Nel 1913, quando Napoli elesse quattro deputati socialisti, Ciccotti, Lucci, Labriola ed Altobelli, fu il popolo che prese la mano ai demagoghi, e rivesH di rosso tutte le vie della città, fece scoppiare in ogni svolta di vi~o centinaia di petardi festosi, innalzò archi di trionfo di splendenti lampadine rosse, s' innebbriò di canti vernacoli d'occasione improvvisati su note arie, cinse d' un nimbo d'oro di candele, sugli altarini delle strade, le immagini dei suoi deputati insieme a quelle dei santi miracolosi. Furono quelle le giornate più luminose del socialismo napoletano. ibli teca Gino Bianco '
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