., Merluzzi islandesi e quattrini italiani I S. A. R. il Principe di Udine ha tenuto recentemente a Biella una conferenza di propaganda a favo re di < una iniziativa, della quale egli è a capo, che si propone d'inviare nei mari del Nord, sulle coste del1' Islanda, mari ricchi di pesce, dai quali la nostra bandiera nazionale fu sempre assente, una flotfa di grossi pescherecci moderni > attrezzati con capitali ed equipaggi italiani allo scopo di < sottrarre il mercato de] nostro Paese dalla dipendenza economica straniera per il consumo del pesce>. S. A. R. ha anche soggiunto che l'attuale Governo, compreso di questa necessità di emancipazione economica, ha favorito con speciali facilitazioni di pagamento gli acquisti che la nuova Compagnia intende fare di materiale peschereccio in Germania, e che i promotori dell' impresa fanno conto di sfruttare la legge del 24 1narzo 1921, la quale concede alle imprese italiane l'esenzione dei dazi doganali per l' importazione del pesce salato e seccato, ed esenta per dieci anni i redditi delle imprese nazionali di pesca sino al 1 Oper cento dall' imposta di ricchezza mobile e da ogni altra imposta sui redditi industriali. Non sarà male di guardare un poco a fondo in questa faccenda di c~pitali italiani mandati all'estero, sia pure sotto la protezione del tricolore nazionale ed allo scopo di emancipare il Paese da una < esosa soggezione straniera>. Anzitutto vediamo come stanno le cose in fatto d' importazioni di pesci in Italia. Prima della guerra, noi importavamo ogni anno circa 700.000 quintali di pesci, tra freschi e preparati in varie forme : secchi, salati, in salamoia, sott' olio ecc. ecc., per un valore complessivo di 65- 70 milioni di lire. Di questa importazione complessiva oltre 400.000 quintali, per un valore di 40 milioni di lire, erano di merluzzo e stoccafisso, di cui 150-200.000 quintàli ci venivano dalla Norvegia e 100-120.000 quintali dal Canadà. r Secondo la statistica ufficiale testè pubblicata, nell'anno scorso, 1922, l' importazione totale in Italia di prodòtti della pesca è salita a poco meno di 423 milioni di lire attuali (una lira-carta corrispondente al cambio del 400 °lo,·a circa il quarto dell'effettivo valore della nostra lira buona dell'av anguerra), su una quantità complessiva di oltre 630.000 quintali. · iblioteca Gino Bianco
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