- ' 202 LA CR.ITICA POLITICA zioni determinate dalla coesistenza nel suo seno di due diversi stati di animo, anzi di due opposte mentalità. L' azione energica ed isolata di alcuni fu impotente - nonostante gli apparenti successi - a liberare il repubblicanesimo dalle incertezze, a farne una forza .viva operante nel paese. Il partito apparentemente si salvò, l' anima nuova finì coll' avere il sopravvento e riuscì a prendere le redini dell'organizzazione, a svilupparla, a farla penetrare dove prima non era, a creare un giornale quotidiano capace di vivere. Tuttavia il peso morto rimase, e se non impedì ai repubblicani di camminare, li obbligò, però, a rimanere indietro . nel corso degli avvenimenti. La situazione è mutata colla vittoria del fascismo. Del partito repubblicano resta ora quello che era m·eritevole di restare : e occorre dire _ che quello che è restato è molto. In questa occasione è apparso evidente quanto valga in politica una forte educazione morale. A parità di forze e di condizioni, ovunque i repubblicani hanno, nei confronti' degli uomini di altri partiti di avanguardia, saputo resistere 1nolto di più all'assorbimento fascista. Presi di fianco e di fronte, coi sapienti aggiramenti ideali e coli' impeto della violenza materiale, 1neno facile era la difesa delle loro posizioni. Esistono tuttora i quadri della ·organizzazione e restano le forze : decitnate in alcuni punti, crescono in altri. Ciò, del resto, ha importanza relativa. Il repubblicanisn10 in Italia non può ritornare ad essere quello che era, nemmeno come tipo di organizzazione per quanto pel momento convenga che ne conservi gli aspetti e gli organi. Diremo anzi che non deve essere nemmeno il partito. Partito dà l' idea di una funzione limitata: suppone, intanto, adattamento alla realtà parlamentare e, finchè il parlamento resti (non essendosi Mussolini deciso ancora ad abolirlo), finisce sempre col ridursi a bottega. E invece non può altrimenti essere che movimento, incontro di forze su uno stesso terreno, realizzazione. Il nostro repubblicanismo è concepito così. Diremo nel prossimo numero, ciò che siamo e ci proponiamo di essere. OLIVIERO ZUCCARINI Per quanto sia nel costume del cretinismo parlamentare nostrano l'attribuire alle forme politiche un semplice valore di etichetta l'ordinamento politico, la struttura dello Stato hanno una importanza fondamentale. La libertà del cittadino non si realizza nel suffragio universale o nella rappresentanza proporzionale. La nostra Repubblica vuol essere qualche cosa di più e di meglio. Quando diciamo decentramento, diciamo anche Repubblica. Quando diciamo sburocratizzazione diciamo ,Repubblica. Quando diciamo autonomie, diciamo Repubblica. Non perchè ciascuna di queste cose sia Repubblica; ma perchè ogni aumento di attribuzioni dello Stato è diminuzione di libertà. Di tanto il potere dello Stato aumenta, di tanto diminuisce il potere dei cittaaini. E per noi Repubblica è nell'aver raggiunto per ogni cittadino, nell'ordine politico come in quello economico e sociale, il massimo di libertà compatibile con la libertà altrui. · Biblioteca _GinoBianco
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