la critica politica - anno III - n. 5 - 25 maggio 1923

.. NOTE E COMMENTI 241 s'era aggiunto come un' altra festa nel calendario ufficiale. Mussolini abolendola l'ha rivalorizzata. Come uomo di governo ha compiuto un atto impolitico. Come capo di partito ha dimostrato di non conoscere troppo bene la psicologia di quelle folle operaie che per lunghi anni incitò e condusse alle lotte rivoluzio- . nane. Nessun altro atto di Governo - compresa l'abolizione del Ministero del Lavoro che può essere ottima cosa - ha come questo allontanato dalla politica del fascismo l' anirna delle masse lavoratrici, te quali, se non ne erano prima convinte, meno che mai si convinceranno ora - qualunque opera svolgano le corporazioni nel loro interesse - che la causa del fascismo sia anche la loro causa. Coll'abolizione del 1 ° maggio Mussolini avrà voluto dimostrare, sopratutto ali' Estero, quanto grande sia all'interno il potere suo e del suo , Governo. Crediamo, però, che egli e il suo Governo vi abbiano in effetti perduto assai più di quello che in apparenza possono avervi guadagnato. Ciò che si vede oggi non serve a dire dei risultati. Ma intanto - anche se nessun incidente notevole ha contrassegnato la data del 1 ° 1naggio - il Governo deve avere avuto la sensazione precisa che i consentimenti, nella circostanza, gli sono mancati. Nonostante le rigorose disposizioni dei Comandi fascisti locali agli industriali e agli operai perchè si lavorasse, ovunque gli operai hanno potuto farlo non hanno lavorato. A Milano gli operai hanno disertato il lavoro nella misura del 70 per cento secondo i giornali socialisti, del 50 secondo i giornali ufficiosi. A Roma, a Torino, a Napoli, in tutti i centri operai le astensioni son<? state noteiblioteca Gino Bianco voli. In· qualche luogo vi sono stati, industriali (il gesto del Maino di Mortara venne largamente riferito daigiornali 1na non è stato il solo, anzi, i casi sono stati numerosi, special-- mente in provincia) che hanno essi stessi ordinato la chiusura degli stabilimenti. Più forti le astensioni sono state in provincia: dove l'artigianato • è in prevalenza, quasi generale. Vi-- sono state località dove nessuno ha, lavorato, nemmeno quegli operai chesi dicono fascisti. A Jesi, dove sono assai numerosi gli stabilimenti per la filatura della seta, nemmeno un'operaia si presentò al lavoro, nonostante, gli ordini perentori. Straordinario quel che è avvenuto in un paese dell'alta Romagna dove un reparto della mi-- lizia fascista, mandato a far rispettare l'ordine del Governo, partecipòpur esso con tutta la cittadinanza alla celebrazione del 1 ° maggio. Che il Governo non sia rimasto-. molto soddisfatto dei risultati ottenuti è' dimostrato dalle severe misure con cui si è voluto che fossero colpiti. tutti coloro che non avevano obbe-- dito all'ordine governativo. Quasi do-• vunque venne ordinato agli industriali di fare la serrata per alcuni giorni, dove la totalità degli operai non si era presentata al lavoro, o di' procedere a licenziamenti e a sospensioni di operai, o all'applicazione di speciali multe. In qualche centro del1' Italia centrale dove la popolazione è quasi tutta artigiana e dove l'operaio molto spesso lavora per proprio conto fu ordinato di non lavorare per duegiorni consecutivi, e si procedette all'arresto di chi non ottemperò a taleordine 1 A Roma ecco quello che è avvenuto secondo la narrazione di ungiornale: < Nella mattina del primo maggio iRR. CC. si sono recati presso le imprese edili (e si sa che gli operai$

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