la critica politica - anno III - n. 5 - 25 maggio 1923

238 LA CRITICA POLITICA 1 °) L'iniziativa del giornale quotidiano " Il Piemonte" faln per l'opposizione dell' on. Devecchi in quànto egli sapeva che io intendevo realizzarla contro di lui e contro lo pseudo fascismo brigantesco e camorristico che egli - egregiamente spalleggiato dalla "Gazzetta del Popolo ,, - tuttora guida e rappresenta; 2°) per questa mia risoluta e ..coraggiosa e isolatissima opposizione ho subito due tentativi di aggressione notturna, il bando dalla città e il rinvio - mediante foglio di via « obbligatorio > e previo arresto - al mio paese d'origine; 3°) un lodo emesso dall'Associazione Subalpina della Stampa e i_nbase al quale io sono creditore di circa trentamila lire verso la locale < Federazione Provinciale Fascista > è reso nullo dalla sopraffazione e dall'arbitrio con cui l' on. Devecchi spadroneggia nel partito; 4°) per l'eccidio del 19 dicembre u. s. io fui il primo a denunciare n1ediante quattro lettere raccomandate - alla Direzione del Partito, alla Direzione del Popolo d' llalia, alla Federazione regionale umbra e alla Sezione di Spoleto cui appartenevo - la mostruosità dei fatti; 5°) sono stato a fianco dell'on. Giunta nell'occasione dell'inchiesta da lui eseguita, per incarico ricevutone dal Governo, contro l'on. Devecchi. E, tutto compreso, non s)è niai trovato e non si trova ancora - in tutta Torino e in tutto il Piemonte - un'altro uon10 capace di rimanere - con n1e - incrollabilmente fermo sulle posizioni assai rischiose, del resto, della più aperta ostilità agli uomini e di program1ni e alle direttive e a.i sistemi del cosl detto < Duce piemontese> del Fascismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sicuro di non fare appello inutilmente nè alla sua cortesia, nè alla sua lealtà, anche in nome del vincolo morale che lega giornalisti d'ogni can1po,. le invio, in attesa, il mio ringraziamento e il mio saluto. PIERO BELLI DECENTRARE, DECENTRARE SEMPRE I La prima necessità sociale è decentrare, decentrare sempre, restituire quanto si può di autonomia all'individuo, ai municip'ì, alle regioni, perchè tanto di impulso si viene a dare alle forze produttive, quanto se ne dà alla spontanea iniziativa individuale e consociata. Meno lo Stato governa, meno costa, e più la libertà è vera, giacchè ogni rivendicazione di libertà è una sottrazione ai poteri dello Stato, una restituzione all'autonomia dell'uomo. Quindi il giorno, in cui la questione sociale inzporrà allo Stato il meno di gravezze pubbliche, indicherà il menomo di leggi~ di governo, di curia. E farà avvertire la sua influenza, sottraendo all'eccesso di governo prima le imprese industriali e gl'istituti di credito, come ferrovie, telegrafi, Banche, poi gli enti di giure pubblico permanenti, come i consigli dei municip'ì, delle provincie, gli atenei: finalmente le armi, che di stanziali si faranno nazionali. - • Quanto alle industrie e agli istituti che le secondano, è chiaro da tempo che la cooperazione individuale illuminata è più. produttiva dello Stato, atto piuttosto a meccanizzare che a sviluppare le energie nazionali. (1885) BOV/0 BibliotecaGino Bianco

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