la critica politica - anno III - n. 5 - 25 maggio 1923

IL FASCISMO IN LIGURIA 235 Genova fu invasa prima dalle squadre di Sestri e di Sampierdarena, poi - da quelle delle zone agricole piemontesi (ele1nenti dì Alessandria, Casale, - ecc.) infine da circa quattrocento cavatori carraresi, che venivano finalmente, dopo tanta predicazione repubblicana sorbita nella loro giovinezza, a far conoscenza con la città di Mazzini. Gli iinpresarii portuarii e gli armatori, fino all'agosto diffidenti verso il fascismo mazziniano e dannunziano degli studenti, di Lantini, di Pala, apprezzarono perfettamente la < tecnica > fascista importata dagli invasori, fecero dare la scalata a . Palazzo San Gior~io per sbarazzarsi, apparentemente del senatore Ronco, in realtà dell'organizzatore Mangini: e cercarono di far dare l'assalto anche alla sede della Federazione della Gente di Mare e della Garibaldi, ma Giulietti, più forte di tutti, fece funzionare la sua contrassicurazione dannunziana, e i desiderii armatoriali furono delusi. Le Tre giornate di invasione, corredate da tutte le spedizioni, cerimonie e bandi del caso, fecero sorgere nella borghesia genovese una notevole crisi di coscienza. da una parte, le vecchie fa1niglie interessate in porto o negli < scagni > di Banchi sentivano troppo forte la tentazione di liberarsi con qualche spedizione fascista bene indirizzata, dalla maglia cooperativistica che aveva limitato per un decennio i loro lucri. D'altra parte, un certo restio e grossolano amor proprio di cittadini si sentiva umiliato di vedere i villani del Monferrato o i cavatori di Carrara pranzare da Moesch, la sera, dopo una giornata di < lavoro » : oppure di dovere girare al largo dinanzi alla sede del Fascio, perchè i foresti di sentinella non guardavano in faccia a nessuno, neppure ai raccomandatarii più noti o ai negozianti di carbone più accreditati. Infine, l'orgoglio delle tradizioni cittadine si piegò : esso non trovò altra espressione che in un manifesto del sindaco, sen. Ricci, il quale parlava di una < Genova che non parteggia, . ma si duole del sangue fraterno>. Nello adattamento della borghesia, occorre tener conto della influenza delle diecine di migliaia di professionisti, comm~rcianti, ecc. stabilitisi in Genova durante la guerra : (su 310.000 abitanti, Genova conta 120.000 non liguri) : organizzati in associazion-i regionali, e molto più accaldati nel patriottismo fascista, molto più esuberanti ed esibizionisti nelle loro 1nanifestazioni, che non i borghesi delle vecchie famiglie genovesi o liguri : i quali ultimi furono e sono perciò rimprÒverati di beotismo, grettezza, mancanza di fuoco sacro, ecc. La presenza di un migliaio di armati in città fece crollare tutta l' impalcatura riformista creata in vent'anni. Nessuno dei capi sindacali disertò, gli organizzati portuari scioperarono conf orm.e agli ordini confederali, e a· quelli dei loro capi locali che ingiungevano loro di riunirsi < pacifici e senza armi >. Eppure, dopo tre giorni di questo pacifico e civilissimo e decantatissimo incrociamento di braccia, cominciò la dégringolade delle cooperative, che una dopo l'altra si ribattezzavano con nomi patriottici, e passavano alle Corporazioni Nazionali. La revisione dei ruoli, iblioteca Gino Bianco ..

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