la critica politica - anno III - n. 5 - 25 maggio 1923

214 LA CRITICA POLITICA certezza e il disorientamento tra gli aderenti al Fascio di Educazione Na- • zionale : alcuni, seguitando per la via presa già da qualche tempo, proclamarono l'assoluta identità di spirito e di scopi tra Fascio di Educazione e Partito Fascista e proposero l'adesione del Fascio di E. N. come corpo, al Fascismo; altri, considerando che con la marcia su Roma la questione scolastica si era annullata e risolta in una più vasta questione di libertà elementari e di garanzie costituzionaU, negarono ogni fiducia a Giovanni Gentile ministro del governo fascista e si disinteressarono, di fatto, del programma del Fascio di Educazione Nazionale; altri, mantenendo nei riguardi del fascimo tutte le riserve e le diffidenze e magari le ostilità di prima della marcia riconfermarono la loro fiducia a Giovanni Gentile, e attesero, per pronunziare un loro definitivo giudizio, la. pubblicazione e apµlicazione della promessa riforma. Ora la riforma è nota anche ne' suoi particolari: ora può essere, da chi aveva atteso, sciolto ogni riserbo e dato un giudizio pubblico e firmato. POCHE SCUOLE, MA SCUOLE Che le scuole medie governative in Italia siano troppo numerose è cosa risaputa: l'aveva già notato l'Oriani quando disse ch'esse eran fin dal principio del Regno < confuse, troppe e male distribuite> l'aveva lamentato nel '91 il Carducci ammonendo (cito dal Gentile) che < il ministero della P. I. volle fare in piccol tempo troppe scuole e troppi professori in un paese che non poteva nè dare tanto nè portare tanto > ; circa il 1895 il Fischer (L' Italia e gl' Italiani) diceva: " Se il valore dell'insegnamento secondario di un paese dovesse dipendere unicamente dal numero delle scuole, I' Italia sarebbe senza dubbio in questo ramo dell'attività pubblica (istruzione media) la prima potenza d'Europa: infatti l'Italia possedeva nell'anno scolastico 1895-96 nientemeno che 1500 scuole medie, laddove la Prussia, il paese classico delle scuole, con una popolazione press' apoco eguale, si contentava di 576 istituti dello stesso genere >. Dal pri~cipio del Regno al '95, dal '95 al 1906 le scuole medie governative andarono sempre, sebbene lentamente, aumentando per mezzo di sempre nuove creazioni_ di istituti regi, o regificazioni di scuole private o pareggiate; con la legge del 1906, la quale poneva, per i professori governativi, la novità dei ruoli aperti, ogni remora alla regificazione di scuole medie pareggiate fu tolta, e il numero di tali istituti crebbe da allora con una rapidità vertiginosa: tanto che nel '13 Giolitti dava esplicitamente l'allarme contro tale pericoloso incremento : a,Ilarme che fu raccolto, al solito, ~ai giornali clericali, ma anche fu, allora per la prima volta in Italia, rilevato da una rivista di cultura, diremo, laica, o liberale se volete, la Voce di Firenze, in · cui il sottoscritto in due articoli (3 aprile '13, 1 maggio '13), poneva il principio dell'abolizione del protezionismo scolastico statale, e s~ggeriva perciò il rimedio dell'abolizione delle licenze e della loro sostituzione con l'esame di ammissione. - L'allarme di Giolitti e la proposta de La Voce non ebbero per allora nè eco nè effett~ ; poi veniva la- guerra, cadeva Giolitti; finiva la guerra, tor- . nava Giolitti ; si riprendeva l' idea e la si concretava nel progetto Croce, Biblioteca Gino Bianco

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