212 LA CRITICA POLITICA L'imposta sui redditi agrarii L'on. De Stef ani nel suo discorso di Milano ha tenuto a porre al suo attivo l'imposta sui redditi agrarii, che avrebbe colpito quasi un milione e mezzo di agricoltori: non sappiamo quali risultati fiscali sia per dare la nuova imposta, ma innegabilmente essa ha seminato così largo malumore fra i contadini da far ritenere che il beneficio fiscale risentito dallo Stato non sia com- • pletamente superato dal danno politico. La campagna, violentemente agitata dalla guerra e sommossa dal mito del boscevismo russo, aveva riacquistato ora la ·sua tranquillità: proprietarii. e mezzadri non si guardavano più in cagnesco nel 1923 come nel 1920: si respirava dopo la burrasca impetuosa, ~ e si riprendeva il lavoro pacifico. L'imposta sui redditi agrarii è v·enuta a turbare questo pacifico riassetto: il falcetto scende nuovamente iroso, perchè nelle Marche, nella Toscana, nell' Abruzzo, nell' Umbria il contadino non sa ca13acitarsi della nuova tassa, inattesa e improvvisa che lo ha colpito, costringendolo a novità di denuncie e minacciandolo di multe. Il congegno della nuova tassa, che ai burocratici del palazzo adorno de~ monumenti a Sella e a Minghetti è apparso meraviglioso per semplicità, è riuscito incomprensibile ai contadini, che nelle famose tabelle hanno capito una cosa sola : « il reddito attribuito a loro è quasi doppio di quello attribuito ai proprietari > e non se ne possono capacitare perch~ non hanno seguito nessun corso di economia politica, che permetta loro di distinguere fra il reddito fondiario e il reddito industriale della terra. Se il Governo aveva bisogno di chiedere ai proprietarii e ai contadini un sacrificio tributario, senza mettere il campo a rumore, aveva sottomano per le regioni a mezzadria un sistema molto semplice, che non avrebbe richiesto nè denuncie, nè ruoli speciali, nè accertamenti nuovi: poteva raddoppiare la tassa bestiame in1posta dai Comuni e devolvere questa a suo vantaggio. I contribuenti già abituati a pagar questa tassa avrebbero pagato senza strilli e senza proteste. La teoria ha prevalso sull'espediente tributario ottimo e semplice; e si è messo in moto un meccanismo complicato, che irrita per la sua novità e per le sue modalità e che grava di un. lavoro schiacciante le Agenzie delle imposte già oberate di lavoro per il controllo dell'imposta sul patrimonio e per la disposta e opportunissima revisione degli estimi catastali. I nostri governanti e i nostri burocratici vivono troppo lontani dalla realtà per avvertire le ripercussioni politiche e sociali dei loro provvedimenti, e come in omaggio a teorie ci hanno regalato le meravigliose assicurazioni sociali in un momento di crisi economica gravissima, cos} in un , · · momento politico di estrema delicatezza ci hanno regalato questa nuova imposta, che mette in subbuglio milioni di cittadini, e turba quella tranquillità operos~ che era indispensabile rafforzare nelle campagne s~ si vuole veramente intensificare la produzione e ricostruire. IL PASSANTE .,. Biblioteca Gino Bianco
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