la critica politica - anno III - n. 5 - 25 maggio 1923

208 LA CRITICA POLITICA Supponete che domani, tanto per fare un'ipotesi, gli Stati-Uniti accordas~ero l'esenzione dal loro dazio proibitivo sulle se~e torte italiane ad una società americana che venisse in Italia per esercitare alcuni ~iJatoi da seta; non sarebbe logico e naturale che il nostro Governo fa- _ cesse sue le vive e legittime proteste degli industriali ed esportatori italiani assoggettati ad una simile iniqua ed intollerabile differenza di trattamento ? Il meno che può capitare alla Compagnia italiana per la pesca è. che per le proteste dei pescatori danneggiati il Governo danese le inibisca la pesca nelle acque territoriali dell' Islanda,. o per lo meno la assoggetti a. diritti differenziali per compensare il privilegio doganale fatto ali' i'n- ~ traduzione dei suoi prodotti in Italia. I promotori della Compagnia privilegiata per la pesca non hanno però scrupoli d' in.dole protezionista, quando si tratta di provvedere all'attrezzamento della loro flotta, e per questo - giustamente del resto - essi preferiscono l'industria tedesca alla nazionale, a patto però che il Governo. intervenga a facilitare le loro compere, 1nettendole queste sul conto delle riparazioni che la Germania paga in natura, ed eventua~mente anticipando il capitale necessario. Per quanto il Governo attuale sia ora investito di pieni poteri per fare anche operazioni di simile genere che nulla veratnente hanno da vedere col raggiungimento del pareggio e coJla ricostruzione finanziaria ed economica dello Stato, non sembra questa una buona ragione perchè si debba rimanere tutti perfettamente all'oscuro di ciò che sta facendo il Governo impiegando i quattrini, e sacrificando gli interessi generali del Paese. In modo particolare. si domanda all' on. Ministro delle finanze se e come i favori da regalarsi alla Co1npagnia privilegiata per la pesca si acéordino colle sue affermazioni ripetute di un programma governativo tendenzialmente liberista. Non è possibile che egli, da quel valoroso ed onesto economista che è, abbia dimenticato quello che, in pagine immortali, Adamo Smith ha scritto sopra i disastrosi effetti delle leggi protettive della pesca e sopra i famosi bastimenti scozzezi che si mettevano alla vela per il solo oggetto di pescare non le aringhe, ma il premio che lo Stato concedeva alla pesca delle aringhe ! , Resta da vedere ancora un lato della questione, per sfrondare l' ultima illusione che un' importazione di pesci pescati con capitali italiani e con equipaggi italian1 più o meno addestrati al clima e alle opera-. zioni peschereccie in mari cos) diversi dai nostri possa in qualche modo emancipare il nostro paese da· una sua pretesa soggezione straniera. È questo il sofisma protezionista nella sua forma più grossolana ; e sembra incredibile che ad ogni momento si debba tornare a farne la confutazione. ~ Se mi potéssi prendere la libertà di dare un modesto consiglio a Biblioteca Gino Bianco

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