la critica politica - anno III - n. 5 - 25 maggio 1923

MERLUZZI ISLANDESI E QUATTRINI ITALIANI 207 politica colla quale il presente Governo favorisce coll'esenzione da tutte le imposte per un numero abbastanza lungo di anni il capitale estero che si dispone a cercare in Italia i propri investimenti, per supplire alla constatata deficienza dei capitali nazionali, come può venire in testa, non dico al Governo, ma ad alcun italiano di buon ~enso di favorire l'esodo del capitale italiano, sia pure allo scopo di < distendere il ter~ore > del nostro nuovo Imperio terrestre e marittimo in mezzo alle pacifiche popolazioni di merluzzi delle coste islandesi e norvegesi ? Non per la gente che pensa ed opera < imperialmente >, 1na per il grosso pubblico che si contenta di pensare e di lavorare < italianan1ente >, e di < italianamente > pagare le tasse e le imposte necessarie per mettere in sesto l'azienda dello Stato, e con essa quella maggiore del Paese, vi è ancora da considerare che dalla creazione artificiale di un nuovo organismo industriale e con1merciale parassitario, non potrà non derivare un aumento delle forze e dèlle difficoltà che oggi già si oppongono alla riforma del nostro regime doganale nel senso reclamato dagli interessi generali del Paese e dall'urgenza di attenuare la piaga dolorosa della carestia dei viveri di prima necessità, e di riattivare i nostri scambi coll'estero. È già noto come, per l'influenza di un piccolo gruppo di stabilimenti che attendono alla preparazione del pesce in Italia, nella recente rinnovazione dell'accordo com1nerciale colla Francia, il nostro Governo non ha più voluto vincolare il dazio ridotto di Jire 15, - per quintale sulle sardine e acciughe marinate sott' olio, in scatole o altrimenti preparate, per modo che per quelle importazioni è ora in vigore la nuova tariffa doganale coi suoi dazi enormi da lire-oro 60, - a lire-oro 120, - per quintale (lire-carta 240, - e 480, -), dazi che, se non saranno grandemente diminuiti, ci renderanno impossibile qualsiasi ragionevole e vantaggioso accordo commerciale colla Spagna e col Portogallo, i due paesi maggiormente interessati nell'esportazione delle sardine ed acciughe. La stessa condizione di cose si presenterà da ora innanzi coi paesi del Nord, massime colla Dani,narca e colla Norvegia. Ammesso che questi due paesi si inducessero a trattare con noi sulla base di di1ninuzioni • reciproche da dazi per le nostre e le loro esportazioni più naturali, ecco che la nuova Compagnia commerciale e finanziaria eserciterà tutta la possibile sua influenza politica allo scopo di in1pedire simili accordi utilissimi non soltanto agli esportatori, ma anche ai consumatori italiani interessati alla riduzione dei dazi sul pesce, e, in ogni caso, don1anderà al Governo il risarcimento dei danni subiti per un preteso inadempimento degli impegni da esso assunti. Chi ci assicura d'altra parte che questo regime di favore fatto alla nuova Cotnpagnia peschereccia italiana non susciterà le diffidenze e le eventuali rappresaglie dei paesi, sulle cui coste territoriali essa si propone di esercitare la pesca ? ; iblioteca Gino Bianco

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