194 LA CRITICA POLITICA - dito presunto. Con quale senso di opportunità? Con quale senso di giustizia? Bisogna ignorare del tutto quali siano le condizioni dell'economia rurale nell'Italia centrale, e specialmente in Toscana, in Umbria, nelle Marche, dove la mezzadria è l' unica forma di lavoro agricolo e dove sono numerosissimi i lavoratori diretti del campo proprio, per non aver · visto subito, prima ancora di deliberarne l'applicazione, la iniquità e la insopportabilità nei loro riguardi della nuova forma di imposta. È una storiella senza fondamento quella che i contadini mezzadri realizzino col loro lavoro guadagni superiori a quelli degli. altri lavoratori 1 Se si facesse un calcolo delle loro entrate si vedrebbe che la loro giornata di lavoro ha un compenso inferiore a quella di ogni altro lavoratore ausilario. La apparente agiatezza del mezzadro, con i risparmi che riesce spesso a realizzare, è dovuta unicamente alla maggiore attività, alla maggiore sobrietà, al più grande e amoroso attaccamento al lavoro. Il grande pregio della mezzadria è qµello appunto di affezionare il contadino alla terra, facendolo lavorare di più e meglio, sviluppando in esso il senso del risparmio e il desiderio della proprietà. Perciò è comune la tendenza dei mezzadri a divenire proprietari del terreno sul quale lavorano. Ed in ciò, unicamente in ciò, è il segreto della più diffusa agiatezza, della maggiore prosperità agricola delle regioni dell'Italia centrale, della più alta percentuale di popolazione che vive del lavoro agricolo. Ma non è una buona ragione per colpi~e ancora il lavoratore agricolo, già colpito - proprio per questa sua~ quaità di lavoratore compartecipe del prodotto agricolo che lo esporie senBiblioteca Gino Bianco za difesa alle attenzioni del fisco - una volta colla tassa sul vino, una seconda colla tassa sul bestiame, una terza colla tassa di famiglia, una .quarta con quella di esercizio. Il mezzadro, in genere, non è esente nel proprio Comune da nessuna imposta; non solo, ma a differenza degli altri lavoratori avventizi, degli operai della fabbrica, degli artigiani, è quasi dapertutto escluso da certi benefici a cui non avrebbe meno degli altri lavoratori diritto : ad esempio, dalla - cura medica gratuita e dalla esenzione delle spese di spedalità 1 Oggi lo si colpisce ancora e duramente. Pensi però bene il Governo, ci pensi l'on. De Stefani, che il danno, per la stessa proprietà del paese, potrebbe essere assai maggiore del vantaggio 1 NOI PFR UN TRATTATO ITALIANO DI STORIA DELLA FILOSOFIA L'insegnamento della storia della filosofia si svolge nelle nostre Università in condizioni difficili. La nostra letteratura filosofica abbonda di saggi parziali e di studi monografici; manca, invece, e fa meraviglia il constatarlo, di un Trattato di storia della filoso/la. I lavori d'insieme sinora tentati non escono dai limiti modesti di sommari o manuali, e sono tutti più o meno compilazioni non condotte di regola direttamente sulle fonti. A questa m~ncanza si è cercato di supplire con traduzioni - Windelband, Hoffding, ecc. - ma in realtà si soffre a dover costringere i nostri giovani a formarsi su testi che non hanno alcun vero titolo per diventare il fondamento quasi esclusivo della cultura storico-filosofica italiana; tanto più che in quelle opere si ignora sistematicamente la storia del pensiero italiano. Da questa mancanza di un trattato nostro risente danno, oltre che l' insegnamento universitario, tutta la nostra coltura generale. Poichè ogni persona di studio, ogni letterato o scienziato, chiunque voglia, insomma, orient_arsi nella storia del pensiero umano, deve ricorrere forzatamente ad opere straniere. A colmare questa dannosa e umiliante lacuna è sorta dalle nostre Università una notevolissima iniziativa, della quale siamo lieti d' informare i nostri lettori.
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