• 188 LA CRITICA POLITICA la Patria, anfanantisi, con crescente iattanza, ad acuire il dissenso onde fosse loro più agevole il raggiungiment.o delle proprie mire. E intanto l'Europa ost~ntava di non prenderci sul serio e senza complimenti soddisfaceva ai _propri appetiti, appena degnandosi di lasciarci gli avanzi. * * * Tra mezzo a questa lotta spicca la magnanima figura di Felice Cavallotti. Nato dal popolo, del popolo egli ebbe tutti gli impeti, tutte le generosità, tutta la esuberanza, senza averne i. difetti. Uscito dalla rivoluzione, nell'animo conservò l'istinto garibaldino che mai gli fece misurare i pericoli, te fatiche, le amarezze, pur di servire la Patria. Per questo non ci fu battaglia in pro' della giustizia, della moralità che non lo ebbe, più che soldato, capitano : audace, sino alla temerarietà, nel1' attacco ; tenace, fino all'ostinazione, nella difesa. Ovunque egli ravvisò un'offesa a tutto ciò che di più alto e di più nobile vi ha nella vita, proruppe con la sua fiera e sferzante rampogna a fustigare a sangue gli offensori; ovunque ravvisò un oltraggio alla Patria egli insorse a farle scudo della sua persona, centuplicando fino all'inverosimile la propria attività, non dandosi tregua sino a che non avesse esaurito tutte le sue risorse. Talune sue battaglie dovrebbero oggi essere rievocate e additate ad ammirazione, affinchè ognuno di noi apprendesse alla scuola di Felice Cav~llotti come la Patria si debba amare e come nessun sacrificio, nessun ostacolo debba per essa apparire insormontabile, al di sopra di qualsiasi convinzione, di qualsiasi tendenza, sia pure la più cara e la più arridente. È oggi più che mai di attualità questo suo ammonimento: < quando si sarà ben gridato da una parte viva il Re, dall'altra viva la Repubblica non si sarà ancora avvicinata d'un passo l'opera di riconciliazione fra i partiti it,aliani; e ci resterà ancora sempre da gridare viva il paese I il paese che attende la cura dei suoi mali da tutti i patrioti di buona volontà >. * * * Oratore egli fu nel senso più completo. In lui la dialettica fu pari alla immaginazione, la vastità della cultura alla profondità del sentim_ento. Nell'oratoria la sua grande anima di artista e di cittadino trovava la sua naturale e compiuta espansione che le permetteva di svelarsi e giganteggiare in tutto lo sfolgorio delle sue luci, in tutta la iridescenza delle sue sfumature. ' Era questo il segreto per il quale bastava che egli imprendesse a parlare - nel Parlamento, nei teatri, nelle piazze - perchè subito conquistasse il pubblico, anche il pii'!ostile, e stabilisse con lui la più intima corrispondenza. È questo il segreto per il quale anche oggi, a tanta distanza di tempo, i suoi discorsi, pur dalle morte pagine del libro, ridestano sempre nei cuori ancor vivi fremiti di entusiasmo e di commozione. PIETRO DRAGO Biblioteca Gino Bianc0 ..
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