la critica politica - anno III - n. 4 - 25 aprile 1923

LA POSIZIONE DI G. FERRARI NEL PRIMO PARLAMENTOITALIANO 185 ritorno di governanti stranieri ed . assoluti .. Una volta ammesso che il nuovo Stato italiano non aveva alcuna base storica e che si era costituito per mezzo dell' opera delle sétte e degli intrighi dinastici della Casa di Savoia, il Ferrari veniva logicamente a profetare che la nuova Italia era condannata a non aver mai nè pace nè tregua, ed a perire per mano di altre sette e di altre rivoluzioni..• Anche in ciò la storia doveva dargli torto. . · Ancora più notevole è il fatto che il Ferrari, esclusivamente preoccupato di criticare la formazione e gli èsordii politici del Regno d'Italia, non vedesse che .questa nuova e grandiosa realtà erasi potuta attuare, sì, per le favorevoli condizioni interne ed estere, ma specialmente per la maturità acquistata dal sentimento nazionale, maturità che era in parte opera anche sua, merito anche suo, dacchè uno dei principi che dominano tutta la sua produzione storica, costituendo uno dei cardini della magistrale sua 'Histoire des révolutions d' ltalie, è precisamente quello di dare allà Rivoluzione Francese una fonte tutta italiana, eh' egli fa derivare, assai più che dagli Enciclopedisti francesi e dai grandi filosofi novatori italiani del secolo XVIII, dalla storica lotta fra il Papato e l' Impero e dagli scrittori politici italiani del Rinascimento. Egli insomma - ed è in ciò una delle prof onde ironie di cui si compiace la storia' - si trovava inconsapevolmente attratto nella stessa orbita in cui si trovò pres·o il suo grande avversario, il Gioberti, cioè obbediva come il Gioberti ad una specie di istinto, quasi ad una necessità storica che spingeva i più chiari ingegni di quel tempo a ricercare le ragioni del primato italiano e a prospettare tali ragioni davanti ai loro concittadini, perchè servissero come moniti e come spinte al risorgimento. Il Gioberti ricercava le ragioni del primato morale e civile degli italiani attraverso i tempi, e dava così ad essi l'orgoglio d'essere italiani, e quindi, di riflesso, una grande fiducia nelle loro forze. Il Ferrari risaliva invece dalla Rivoluzione Francese alle prime manifestazioni tutte· . italiane dei prinéipi fondamentali di essa, per dimostrare che gli italiani del suo tempo, attuando quei principi in tutte le loro logiche conseguenze, non facevano opere di pedissequa imitazione francese, ma rivendicavano solamente a sè stessi il vanto d'aver lanciata per la prima volta nel mondo la rivoluzione sociale e di esserne come per legge arcana ed imprescindibile i depositari attraverso i tempi. Se l'idea ferrariana, che il problema italiano aveva trovato nel 1859-60 una soluzione non naturale perchè in contrasto con la tradizione storica, era la conseguenza in parte di cecità o miopia politica; l' idea del primato italiano nel campo rivoluzionario, causa esso stesso, anzichè conseguenza, della Rivoluzione Francese, rispondeva invece alla realtà, ed è certamente uno dei ineriti del Ferrari l'averle per il primo rilevato. Cosl si spiega, ed in parte anche si giustifica, quella straordinaria considerazione in cui egli teneva la Francia e che spesso gli fu rimproverata coiblioteca Gino Bianco I

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==