la critica politica - anno III - n. 4 - 25 aprile 1923

REGIONE E CIRCOSCRIZIONI GIUDIZIARIE 179 anche in tale materia non è stata un progresso dal punto di vista tecnico -della funzione giudiziaria. Bisogna," al contr.ario, riconoscere un innegabile decadimento nella magistratura, come ne fanno fede gli sconsolati risultati dell'ultimo concorso per l'ammissione ai posti di uditore giudiziario : certo le cause di tale decadimento sono molteplici e sarebbe forse non privo d' interesse indagarle attentamente, ma certo una delle più importanti è in questo grave disagio dell' instabilità di sede cui vanno -soggetti i magistrati i quali, specie in occasione di promozione, si vedono costretti ad accettare residenze in località lontane dalla propria regione o dal cer:itro ove hanno i maggiori interessi materiali e morali. Così che nulla di più naturale che coloro i quali a malincuore hanno ,dovuto accettare una destinazione non gradita per non rinunziare alla promozione, appena giuntivi comincino ad agitarsi per abbandonarla. Esiste così nella maggior parte dei magistrati una continua insofferenza della sede ove si trovano ed una continua aspirazione alla sede desiderata, che non giova certo a dar loro la tranquillità di attendere con serenità ed amore ai doveri del proprio 1ninistero, così alto e così deli- -cato; e molti temono di veder giungere il giorno della pro1nozione che li toglierà alla sede ambita raggiunta dopo anni di ansiosa attesa. Tutto ciò sarebbe eliminato, almeno in buona parte, dal reclutamento regionale, •che non permetterebbe l'allontana1nento dalla propria o dalla regione prescelta e toglierebbe la concorrenza dei magistrati delle altre regioni. Naturalmente noi non ci facciamo illusioni sulla possibilità prossima di attuazione di simile ordinamento: ci sembra, ad onta delle istituzioni delle Corti Regionali, che la tendenza attuale sia in genere ancora nel senso di un più forte accentramento. Ma, indubbiamente, se il principio della regione in un avvenire più o meno lontano finirà col trionfare attuandosi il principio della molteplicità nell' unità, se cioè le autonomie regionali daranno nuovamente luogo alla formazione di tante diverse attività quante sono portate e rese necessarie dalle diverse condizioni fisiche, sociali, etiche, den1ografiche etc. delle varie regioni d' Italia, attività che metta luogo a quella così meravigliosa varietà di dialetti, di arte, di industrie, di storia che forma l'ammirazione e la sorpresa degli stranieri che visitano l' Italia, se un giorno simile verrà, come noi non dubitiamo, anche il problema dell'ordinamento giudiziario, che il principio accentratore unitario ha reso così aggrovigliato e difficile, sarà in gran parte sulla via di una facile soluzione. OIOVANNI PETRACCONE DIFFONDETE LARGAMENTE LA CRITICA POLITICA i·blioteca Gino Bianco

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