la critica politica - anno III - n. 4 - 25 aprile 1923

178 LA CRITICA POLITICA Chi scrive ha già in altro articolo su questa Rivista obbozzato i caposaldi di una completa riforn1a giudiziaria, tra i quali principale quello del reclutamento regionale dei magistrati. È infatti evidente che soltanto -coloro che sono nati in una regione o che vi si stabiliscono definitivamente dopo il loro ingresso in carriera, finiscono coli' intenderne co1npletamente le tradizioni, gli usi, i costumi, che tanta parte sono della vita giudiziaria, e certo sono i meglio indicati ad amministrarvi la giustizia. Ad esempio in Sicilia, in Sardegna, in Calabria e così via le costumanze, i pregiudizi, etc. hanno importanti. riflessi nelle varie forme di delinquenza, per cui allo scopo di una esatta valutazione non solo delle responsabilità penali ma anche a quello di una migliore istruzione dei processi, un 1nagistrato dell' Italia settentrionale che vi si trova di passaggio e non aspira che a ritornare nella sua regione, è assai n1eno adatto di un magistrato siciliano, sardo o · calabrese etc. E ciò senza parlare - delle difficoltà di intendere la lingua o il dialetto da parte di chi non è del luogo o ivi domiciliato da tempo : la necessità di servirsi di inter1preti costituisce certo un intralcio ed impedisce la perfetta comprensione .di ciò che dicono imputati, testimoni etc. D'altra parte il reclutamento .regionale eliminerebbe I' inconveniente gravissimo di sedi sempre vacanti -perchè poco gradite ai magistrati di altre regioni e non si sentirebbero · ad esen1pio più i Sardi a lamentarsi, e giustamente, che la loro bella e fiera terra debba esser considerata luogo di punizione di funzionari del ~ontinente. Egualmente la distribuzione dei n1agistrati nei vari uffici potrebbe esser fatta con maggior facilità e secondo i bisogni dal servizio, trattandosi di un numero abbastanza ristretto. Infine sarebbe assai più facile la eliminazione degl' incapaci e degl' indegni giacchè la conoscenza <lei personale giudiziario sarebbe assai più facile ai capi della Corte regionale. Contro un simile ordinamento non sappia1no trovare, pur pensandoci sogna, serie obbiezioni, giacchè non ci sembrano tali quelle che attengono alla opportunità di allontanare il magistrato dalla propria regione per sottrarlo al proprio ambiente di an1icizie, relazioni familiari etc., in quanto, ci sembra, che una regione sia già abbastanza vasta così da poter allontanare i magistrati dalle proprie sedi di nascita o di residenza quando si tratti di piccoli paesi, e d'altra parte il sisten1a del sospetto verso i magistrati non ci sembra il più adatto a tenerne elevato il prestigio. E neppure quelle che si riferiscono alla difficoltà di trovare il personale adeguato e sufficiente per alcune regioni meno progredite e e naturalmente più inospiti. Giacchè indubbiamente, elevando gli stipendi -0 le indennità sarebbe facile sempre reclutare i magistrati come vi si reclutano ad es. i medici condotti. D'altra parte se si ripensi alle magnifiche tradizioni giudiziarie di alcuni dei vari Stati nei quali un tempo era divisa la nostra penisola, tradizioni che purtroppo sono quasi dovunque in decadenza, bisogna trarne la conseguenza, come per altri campi di attività, che l' unificazione \ Biblioteca Gino Bianco ,,.,

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