172 LA CR.ITICA POLITICA Venbe la guerra, ed i corsi si batterono da eroi. Sui giornali locali è stato affe_rmato ripetutamente che i caduti raggiungono la cifra spaventosa di 40.000. Certo è che, con l'ultimo censimento, l' isola, che nel 1900 contava 300.000 abitanti, è ora ridotta a 260 mila. II sacrificio è stato enorme, e da ·esso ha tratto alimento quello stato di amara irritazione e qualche volta d'esasperazione, che si riflette nei vari fogli del movimento giovanile, formato, come in Sardegna, da ex combattenti. LA FIAMMATA DEL DOPO GUERRA E A MUVRA Nel dopoguerra i giovani ex cornbattenti trovarono ospitalità, per l'effusione dei loro sentimenti, in un giornale di grande tiratura < L' Echo de la · Corse>. Stampato a Parigi, ha per abbonati tutti i funzionari francesi nati in Corsica, che si trovano nei diversi dipartimenti e nelle più lontane colonie. Ad intonazione patriottica francese, esso, nonostante ciò, pubblica , racconti in dialetto corso, promuove riunioni di corsi nel continente e in colonia, difende appassionatamente gl' interessi dell'isola. È la voce della piccola Pa'tria che giunge al fedele servitore della Repubblica. Ma i giovani ardenti, dal temperan1ento fascista, non potev~no restare a lungo entro l'indirizzo sapientemente scelto dal direttore del giornale, indirizzo che costringeva le loro esuberanze polemiche. Avevano bisogno · della imprecazione, dell'eresia, del paradosso. Sen1bra che l'eroico capitano Luciano Orsini d'Ampugnani, che ha molti pqnti di contatto con il nostro Emilio Lussu, abbia trovato un forte aiuto finanziario presso il noto profu1niere Coty, d'origine corsa, già grande amico di Caillaux, aiuto finanziario che riusc} a dare alt' idea corsa uno, slancio sino allora sconosciuto. (Ben più fortunati i compagni corsi, degli autonomisti sardi, che si sono battuti, e si battono ancora, in preda a continue inenarrabili tragedie finanziarie). Cos} avvenne che a Muvra, prima piccolo foglio comparente a Parigi, alimentato dai sacrifizi di un gruppo di giovani, venisse pubblicato ad Aiaccio, in una veste decorosa e con sicura vita ebdo111adaria. Ciò ch'ell'è a Muvra? Nè beccu, nè belu. Puzza e intusicheggia nializia e salbaticume. A Muvra è la bizzarra crea~ione di Petru Rocca, il più interessante ele- • mento del cenacolo ajaccino. Muvra, in corso ed in gallurese, è il muflone, il caratteristico anima.le nè beccll, nè belu, nè capra nè pecora, che vive ancora in radi branchi nelle montagne più alte della Corsica e della Sardegna. La sua siluetta strana e un po' grottesca si profila contro il cielo, sulla sommità dei dirupi, e scompare non appena un rumore sospetto l'avverte dell'avvicinarsi /41ell'uomo. E il simbolo dell'anima isolana, diffidente, mordace, tormentata dalla presente miseria morale, sopratutto assetata di libertà. A Muvra esorta disperatamente i corsi a vivere del proprio lavoro in -patria. Bale più a ponesi dui pomnii ca a purtà l-ettare, apre valisgie, e ,nette manette pa lu cuntinente. Attacca violentemente con tutte le risorse di una ironia lacerante o del sarcasmo sanguinoso gl' impiegati di prefettura corsi, che tentano di far dimenticare la loro origine, fingendo di non comprendere il dialetto dei loro padri. Li mette in ridicolo notando acutamente le incerBiblioteca Gino Bianco
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