la critica politica - anno III - n. 4 - 25 aprile 1923

IL MOVIMENTOAUTONOMISTA IN CORSICA 171 apprendono con perfetta serietà che un tempo notre pays s'appelait la Gaule. Imbevuti di pseud?-cultura popolare, fatta d' imparaticci, essi crescono caratteristici spostati dell'alfabetismo. La terra dà renditi incerti e penati, ed è allettante il richiamo della vita comoda e sicura in un paese ricco e civile come il continente. Il governo ha un posto per tutti i corsi che lo richiedono. IL PROBLEMA STORICO Ma nonostante l'esteriore vernice, la natura resta invincibilmente diversa dalla gallica. Non si può sopprimere il frutto di tanti secoli di selvaggio· isolamento, il tipo fisico caratteristica1nente meridionale, il linguaggio di derivazione italiana e pure originalmente modellato dall' ambi~nte, le commistioni di sangue genovese e toscano nelle principali città. Spenta la cultura italiana, che era in fondo anch'essa retorica vernice, per quanto più affine al cli1na storico dell'isola, resta il contrasto insopprimibile fra quest'ultimo e l'educazione francese. Contrasto che diviene consapevolezza in coloro che conquistano una vera cultura francese, che raggiungono una visione universale della vita. La serenità del giudizio st,orico dà a questi uomini raffinatissimi una via per operare. La dominazione genovese appare in tutto il suo svolgi1nento, con il molto male che fece ali' isola e il poco bene. Il molto male : lo spietato fiscalismo ; il poco bene : qualche ponte, un codice di leggi, il rispetto delle antiche costun1anze. San1piero, Pasquale Paoli, risaltano nell'ampio orizzonte isolano, specialmente il secondo che riesce a dare alla Corsica un val ore nel complicato gioco europeo della seconda metà del secolo XVIII, per l'equilibrio politico delle grandi potenze. La Corsica è una fiamma di libertà splendente sul mare, è. un simbolo per i teorici del contratto sociale. Lo stesso Teodoro di Neuhof, le cui gesta ,. furono materia per opere buffe, perde del suo grottesco, non appena collocato nell'atmosfera di gloria del suo agitato regno. Ma Napoleone .... - Souviens - toi qu' un ho,ntJte de petite taille, au teint bilieu.x, à l'oeil ardent, au nez aquilin, à la lèvre mince et fremissante, a fait trembler sous sa botte et l'Europe et l' Afrique. En souvenir de celui qui naquit f année meme ou ton pays perdit la libertè, rebelle toi o I Corse contre toutes les puissances des tenèbres. - Anche Napoleone è lanciato a difesa del1' idea regionalista. L'evocazione del grande capitano, è motivo di esaltazione delle caratteristiche della razza, spesso dispre~zata dai rosei uomini d'oltremare. Napoleone è il corso che ha dominato la Francia, segnacolo di ribellione, eppure legame infrangibile. Al patriottismo italiano, un po' ro1nantico e un po' retorico del 1830 e 1848, ventata d'entusiasmo, come del resto anche nella penisola, senza una precisa volontà d'azione e di sacrificio, si è sosHtuita una coscienza regionale èhe non dimentica la storia sino al 1769, ma che non può trascurare nep-· pur quella sino ai giorni nostri. Questi giovani colti hanno trovato la loro strada seguendo l'esempio dello sforzo mistraliano per dare canto e coscien~a alla Provenza. Il motivo della rinascita corsa è tratto da una esigenza della vita morale della Francia. Sono dei felibri Saverio Paoli, G. T. Versini, Luciardi, Santu Casanova, che nel 1914 sul periodico A Cipra precisano la loro dottrina autonomista e federalista. Biblioteca Gino Bianco

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