170 r LA CRITICA POLITICA GLI INIZI DEL MOVIMENTO DI PROTESTA Ma non mancavano di tanto in tanto fioche voci di ribellione a l'abbiezione spirituale in cui era caduta l'isola. Prima il Leandri nel 1887 condusse una campagna contro gli abusi delle cricche locali, senz'anima e senza fede; poi il Simoncelli esasperato contro la trascuranza dei vitali interessi corsi da parte della Francia, agitò la bandiera del separatis1no, innocua insegna di protesta, aspirazione ad un sogno, speciahnente allora irrealizzabile; poi Santu Casanova e Paolo Fontana con la Traniuntana e la Renaissance de la Corse, iniziarono il movimento per -U risveglio dell'anitna isolana, l'uno con appassionate difese della razza e della lingua corsa, l'altro ricordando al popolo la giornata sanguinosa di Pontenuovo, in cui i francesi avevano schiacciato la libertà dell'isola. Un fatto nuovo aveva determinato questo ripiegamento della Corsica sulla sua storia. L'esempio provenzale, il· fascino di Mistral, spinse alcuni giovani allo studio del patrio dialetto, alla rinnovazione e al ripulìmento di esso. Si tradussero allora le vecchie cronache, si fecero delle ricerche negli archivi, si scrissero delle storie. Divenne patriottico in cenacoli di giorno in giorno sempre meno ristretti, parlare la lingua corsa. Infine, sotto l'influenza delle idee di regionalismo e di decentramento, si ebbero gli inizii di un movime~to politico ancora disordinato e impreciso. E: bene a questo punto soffermarsi a tratteggiare in poche linee quale era la situazione economica e morale dell'isola negli anni prima della guerra. Scarsa di popolazione (300.000 abitanti) la Corsica non aveva fatto grandi progressi. La Francia non l'aveva nè tormentata nè protetta. Assu1nendo una linea di condotta diversa da quella dell'Italia nei riguardi della Sardegna, la Francia non aveva gravato la mano con il peso insopportabile delle imposte, ed aveva anzi concesso un regime speciale di facilitazioni doga• nali. D'altra parte aveva speso pochissimo in opere pubbliche. lJna rete stradale insufficiente; un tronco ferroviario, Aiaccio-Bastia-Ghisonaccia, costruito più per agevolare agli impiegati l'esercizio dell.e loro funzioni burocratiche, nel trasferirsi da una città all'altra, che per dare incre1nento al commercio; comunicazioni marittime col continente non quotidiane ed assolutamente deplorevoli per servizio, tonnellaggio e velocità; nessun tentativo di bonifica. L'isola è in gran parte montuosa, sfruttabile solo col pascolo e col bosco; ma nelle plaghe orientali vi sono terre adatte all'agricoltura, per quanto malariche e paludose. La fertile piana d' Aleria rinomata anche nel periodo romano, potrebbe dare copiosi frutti, con un razionale lavoro di drenaggio. Ma la Francia, che importa dall'isola fidati agenti di polizia, doganieri, carcerieri, intelligenti funzionari a1nministrativi, audaci ed energici soldati coloniali, non ha alcun interesse ad un risorgimento economico che permetta ai corsi di vivere dei frutti della loro terra. Ha interesse invece a presidiarla con un esercito di pensionati fannulloni che ne accelerino la francesizzazione, data la grande importanza strategica dell' isola sul Tirreno. La Corsica difende Biserta e Tolone, minaccia la Maddalena e Spezia. Ogni sentimento d' italianit~ si è d'altronde spento nell'animo dei corsi. La scuola elementare li ha fatti diventare perfetti cittadini francesi, di quel tipo astratto, ideale, che crea la scuola primaria, fuori d'ogni realtà. Essi BibliotecaGino Bianco
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