150 LA CRITICA POLITICA , parte hanno sotto tale veste operato sulla scena politica del paese. E allora la interpretazione del liberalismo non può altrimenti consistere che in una restrizione e riduzione di libertà; nel senso cioè della seconda dottrina. Siccome è la interpretazione più facile - quella che si vede, che è stata nella pratica di ieri e nella pratica di oggi - è destinata ad essere di uso comune. Inutilmente per ciò alcuni si industrieranno di presentare e di predicare il liberalismo come un ritorno alla prima dottrina. Da mezzo secolo la pratica del liberalismo si è troppo strettan1ente legata alla sua negazione, perchè la bandiera del liberalismo possa essere utilmente inalberata per una lotta di libertà reali e non effimere. Tra l'altro manca in Italia un gruppo di uomini che abbia mantenuto viva e costante Io tradizione del vecchio e autentico liberalismo. Il senatore Albertini è un pentito che non riuscirà mai a far dimenticare le frequenti e importanti concessioni sue e del suo giornale allo spirito ed alla teoria della reazione. Gli altri - _ anche se giovanissimi, anzi appunto perchè g.iovanissimi - non hanno nessun titolo per presentarsi come i continuatori di una tradizione politica da gran tempo interrotta. C' è stato poco prima della guerra e su:. bito dopo un tentativo d'immettere nella vita politica italiana uno spirito nuovo, traducendo la libertà e la giustizia in soluzioni di problemi concreti, .tentativo che fece capo al Salve1nini coll'Unità e che si esaurì nel1' inutile sforzo di creare un movimento politico autonomo di combattenti N~n se ne può parlare, però, come di un tentativo liberale. Per le persone che vi parteciparono, come per l'ambiente nel quale operò, può con maggior fondatezza essere considerato come un tentativo di democrazia. Per le stesse ragioni quando si parla di democrazia si è fatalmente portati a confondere l' idea democratica con il modo nel quale venne intesa e praticata dagli uomini che negli ultimi decenni presero il ti~olo di democratici. Manca un concetto di ciò che debba intendersi per de- · mocrazia. Per i più parlamentarismo, intervenzionis1no, protezionismo, legislazione sociale di gruppi privilegiati - tutto ciò è democrazia. E alla democrazia si suole attribuire la maggiore responsabilità delle condizioni di disordine, di sperpero, di parassitismo in cui è caduta la vita pubblica italiana. Den1ocrazia e liberalismo portano così la stessa pena di una situazione a creare la quale Papplicazione dei principt puri della democrazia e del liberalismo· non è entrata affatto. È sempre possibile dimostrare che quel che è avvenuto è avvenuto appunto perchè democratièi e liberali, invece d' ispirarsi a quei principt, li hanno sempre negàti e annullati praticamente. Ma purtroppo l'opinione pubblica non ha tempo di soffermarsi in tale esame, tanto meno sarebb~ disposta a prestare fede a chi oggi volesse richiamarsi a quei principt dopo che, fino ad un'epoca 1nolto recente e quando erano in condizioni di farlo, mostrarono di non tenerne alcun conto. D'altra parte il concetto di democrazia non sembra affatto preciso in molti di coloro stessi che pensano di servirsene come termine di differenziazione e di lotta politica : la maggior parte di essi Biblioteca Gino Bianco
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