la critica politica - anno III - n. 4 - 25 aprile 1923

160 LA CRITICA POLITICA venti anni, in larghe proporzioni le moltitudini rurali alla influenza, una ·volta esclusiva, del clero ; Io stesso clero n'è profondamente modificato, ~n mezzo secolo di nuove correnti spirituali; la guerra mondiale, final- .mente, sfasciando l'Austria-Ungheria, hà sottratto alle rivendicazioni territoriali del Vaticano queJio che, in date circostanze, poteva essere il .sostegno più efficace.· Ma nel 1882, quando la prima Triplice fu conchiusa, e ancora per il ,. ventennio successivo, la neut'ralità amichevole, a cui la Germania e l'Austria erano impegnate nella questione ro1nana, rappresentava per l'Italia una utilità tutt'altro che disprezzabile. Il Governo tedesco e, più ancora, _ il Governo austro-ungarico, potevano turbare metodicamente e gravemente la vita italiana con l'ar1na della questione romana. Ed è noto che ~ismarck, nell'autunno del 1881, scontento ~ella riluttanza, che ditnostrava ancora il Governo italiano a concludere l'alleanza, scatenò nella stampa tedesca una campagna ostile ali' Italia, a cui partecipò anche il Treitsc~ke, proprio sul terreno della questione romana; e la preoccupazione, che si diffuse in Italia per quelle minacce giornalistiche, ebbe una parte non - trascurabile nel vincere le esitazioni persistenti dei nostri uomini di governo. E i vantaggi dell'amicizia con gl' hnperi centrali erano, allora, indubbiamente preferibili per la questioi1e romana ai vantaggi dell'alleanza con . la Francia. Il Governo francese, infatti, non poteva atteggiarsi a rivendicatore del dominio temporale del Papa, senza regredire verso la prevalenza dei gruppi clericali e monarchici, i quali nel 1882 appena da cinque anni erano stati debellati, o con grande fatica, dai repubblicanianticlericali : una politica papalina franc~se, pertanto, non poteva avvenire senza riaccendere violentissime lotte interne in Francia. I Governi, invece, di Berlino e di ·Vienna, se avessero fatto politica vaticanista ed anti-itaIiana, avrebbero avuto con sè nei loro paesi. la grande maggioranza. della opinione p~bblica e dei parlamenti. In queste condizioni, la Triplice serviva, per l'Italia, a neutralizzare, fra i tre possibili avversari, i due più pericolosi, cioè la Germania e l'Austria, e nello stesso tempo a fronteg- _giare saldamente quel tanto di ostilità, che potesse venire dall'avversario meno pericoloso, la Francia. Guardata da questo punto di vista, la Triplice Alleanza fu in origine, per l'Italia, una triste, umiliante, ma reale necessità. E quanto meglio col • passare degli anni si sarebbe consolidato il nuovo stato nazionale grazie anche alla relativa tranquillità procurata dall'alleanza, - quanto più sicuri di sè i governanti italiani si sarebbero sentiti, di fronte al Papa, - tanto meno ·valida doveva manifestarsi in seguito la preoccupazione della questione romana per tenere stretta insieme l'alleanza, se altri .. vantaggi non fossero interv[!nuti a renderla desiderabile per l'Italia. Ma se non si ammette la consistenza di quella preoccupazion~, ,e se non si riconosce che nel J 882 la Triplice rappresentò una assicurazione - imBiblioteca Gino Bianco

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