la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

• LE INCOGNITE DELLA POLITICA ECONOMICA 109 chè essi possano dopo un breve intervallo ritornare all'assalto e su~- chiar nuovo sangue ai contribuenti ed ai consumatori. Eppure in quest' ultime settimane anch' egli ha dovuto cedere alle vecchie e vituperate tendenze, ne' più ne' meno di quel che avrebbe ceduto il più debole dei ministri democratici, ed i provvedimenti, che egli ha approvato o si è lasciato strappare, si sono succeduti con un rapidità che nel vecchio mondo parla1nentare non sarebbe stata assolutamente possibile. Per citare soltanto i più importanti, i soli decreti per le costruzioni navali, per i servizi marittimi sovvenzionati, per il Consorzio Zolfifero siciliano, per la sistemazione dell'Ansaldo, succedutisi tutti in meno di due mesi, impegnano l' erario• per una somma di almeno mezzo miliardo, che serve indubbiamente ad evitare dei fallimenti e dei dissesti assai gravi, ma non giova affatto a risanare delle forze poderose di produzione che possano, dopo quest' ultimo aiuto, mettersi in condizione di vivere di vita propria senza bisogno di nuovi sussidi e di nuovi salvataggi. Sarebbe poco onesto non riconoscere che ciascuna di tali questioni era grave1nente pregiudicata dall'azione di tutti i governi precedenti e dal pericolo che il tracollo di quelle industrie coinvolgesse la rovina dei nostri maggiori istituti bancari e del credito nazionale. -- Ma concesso questo, un governo il quale si proponesse di 1nutare totalmente l'indirizzo della politica economica, di liberare lo ·stato da ogni ingerenza· e da ogni responsabilità in tutte quelle attività che devono essere lasciate esclusivamente ali' iniziativa privata, avrebbe dovuto, - anche a costo di sacrifici immediati maggiori - adottare quei provvedimenti che mirasser~ a liquidare definitivamente il passato, senza creare nuove cause di futuri interventi. Invece i provvedimenti per i cantieri, che avrebbero aperto una via nuova colla concessione della franchigia per l' importazione dei materiali da scafo, sono poi ricadut"i nel vecchio sistema delle compromissioni con la ·protezione eh' essi han voluto 1nantenere in favore dell' industria meccanica, ed in proporzioni minori, anche della siderurgia a spese delle costruzioni navali ; col mantenimento per ciò, nella misura d' anteguerra, del premio di costruzione ; e sopratutto col riconoscere esplicitamente 1' interesse dello Stato a tenere in vita un certo numero di cantieri. Perciò questi; non liberati del tutto dal vincolo che ancora li lega all' industria metallurgica, avranno buon giuoco per affermare, come già fanno, che il Decreto Ciano non ha raggiunto il suo scopo per l' insufficiente misura dei premi, e per ottenere non solo che essi siano aumentati, n1a che siano anche prorogati illimitatamente al di là del termine prefissato. Cos\ i provvedimenti per i servizi marittimi sovvenzionati, se rappresentano uh miglioramento in confronto a quell' enormità che era il mantenimento fittizio e rovinoso del regime delle requisizioni, di cui del resto da quasi un anno era deciso l' abbandono, se rappresentano una iblioteca Gino Biar co

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