LA CRISI DEL LIBERALISMO 107 volta. innanzitutto a studiare e a intendere il presente. Ad ogni modo un fatto è evidente : la dissoluzione completa delle forze liberali. Il fallimento dei tentativi per ricostituire un unico partito liberale ne è l'ultima conferma. Una riscossa liberale, nel senso di una rivalutazione delle istituzioni che nominalmente ancora esistono ma che praticamente hanno cessato di funzionare, non ci sembra possibile. Ne deve essere convinto lo stesso sen. Alb~rtini se si preoccupa d'impostare solidamente sul liberismo il programma per un nuovo partito liberale. Egli dovrebbe però tener presente un avvertimento di Francesco Ferrara che gli stessi economisti liberali amano dimenticare : < tutte le libertà sono solidali>. Non è possibile seguire due teorie della libertà: una in economia e un'altra in politica. Il liberalismo è sul terreno politico una teoria protezionista della libertà: l'accetta per limitarla. La libertà dei liberali è, infatti, una libertà che si limita ad assicùrare ai cittadini solo alcune garanzie considerate. più naturali e necessarie, in cui la sovranità non risiede in tutti n1a solo in alcuni il privilegio dei quali non è nem1neno dovuto al fatto di essere i migliori e più capaci; non è ancora la libertà c/ie si esercita, che s' imprime feconda sulle cose. Nessun dubbio che certe esigenze di libertà politica ed econo1nica - che il fascistno ha il torto di disprezzare - torneranno presto a farsi sentire assai vive e vorranno e riusciranno a farsi valere. Ma cercheranno altre vie, tenteranno altre soluzioni. Le istituzioni di domani vorranno essere più aderenti alla vita del popolo, più se1nplici, più snodate, più aperte alle iniziative di un popolo che vuol muoversi, che vuol progredire, che ha acquistato, insieme al senso della propria personalità, la fede in se stesso. Il difetto più 'grave dello Stato italiano è quello appunto - come fu osservato di recente in questa rivista - di essere rimasto un meccanismo estern~ al popolo. I liberali Io avevano concepito così. L'accentramento e il protezionismo f~cero il resto. Nè l'allargamento del suffragio, nè il perfezionamento del sistema di elezione valsero a colmare il distacco tra popolo e Stato. Lo resero, al contrario, più evidente e sensibile. Se l'avvento del fascismo non ha prodotto scosse profonde nella sensibilità popolare è sopratutto perchè il popolo si sentiva di già estraneo alla vita dello Stato. Di fronte al fas~ismo - il cui successo fu tanto più possibile e facile &ppunto per ciò, 1na che sbarrando la porta alla libertà anche formale si taglia fuod dalle correnti vive del popolo che solo potevano dargli forza di consensi e possibilità di realizzazioni durature - non è possibile porsi col progra1nma di ritornare a ciò che già c'era. Non è cogli occhi volti al passato che si può intendere l'avvenire 1 Il fascismo non è solo una reazione, è una situazione distrutta. Bisogna procedere oltre. • OLIVIERO ZUCCARINI ... Biblioteca Gino Bia. co
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