la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

106 LA CRITICA POLITICA dello Stato e come da essa aberrante. < Nelle condizioni presenti scrive - il liberalismo non poteva essere che democrazia o social democrazia >. Cioè social democrazia, non liberalismo 1 (1). È del periodo della infatuazione bolscevica, quando la politica sem- , brava volgere decisan1ente a sinistra, il tentativo di presentare il program1na social democratico co1ne un ulteriore sviluppo della dottrina liberale. Politici e giornalisti vi consumarono con ardore le loro oneste fatiche. Il liberalismo doyeva assu111ersi quello stesso cotnpito <li conciliazio1~e tra aspirazioni rivoluzionarie e interessi conservatori che esercitò nel Risorgimento. Donde la sua continuità storica, dimenticando semplice1nente una cosa: che liberalisn10 e riformismo sono due n1etodi assolutamente divergenti anche se, in momenti assai diversi, possono esercitare identica funzione. Si può seguire l' uno o l'altro ; non si può pretendere di seguire insieme l' uno e l'altro, sia pure adoperando dell' uno 4 il nome e dell'altro la sostanza. .. La politica ci ha abituati, del resto, anche troppo a questi giuochi di bussolotti. Lo stesso sforzo che alcuni còmpievano, appena è un anno, per adattare il liberalismo al programma social democr~tico, altri co1npiono adesso per adattarlo alla realtà fascista. Forse perchè c'è verso i nomi un attaccamento che non c'è per le cose. Forse perchè a} :permanere dei nomi sono legate molte situazioni politiche personali. La posizione di quei liberali che nei confronti del fascismo hanno in qualche 1nodo addimostrato una certa indipendenza ideale e qualche attaccamento alle istituzioni sulle quali lo Stato si fonda era quella che a noi particolarmente ora interessava. Ma gli altri non sono per ciò men degni di attenzione. Anche perchè sono molti. Liberali la cui preoccupazione è volta alla ricerca del modo come donarsi meglio al fascismo. < Liberali senza liberalismo >, se è permesso usare, con maggiore esattezza, una espressione dell' on. Mussolini. Basta pensare che fanno senza riserve di sorta adesione al fascisn10 il quale non trascura occasione per dichiarare per le istituzioni dello Stato liber~le il suo profondo disprezzo e che afferma il proposito di mutarle con altre di sua creazione, per avvertire tutta la stranezza della loro posizione. Il bello è che l' on. Salandra - contro i filofascisti dell'ùltima ora, i quali appunto per ciò hanno più fretta - sostiene che l'attuale è s~mpre stata la sua posizione. Ecco una dimostrazione per· la quale il suo libro su La Politica Nazionale e il Partito Liberale, del 1912, deve essere, almeno quello, considerato fuori corso. < Il liberalis1no senza libertà > ha comunque già i suoi teorici. * * * Della crisi del liberalismo avendo visto gli aspetti dovremmo ora cercar di vedere le soluzioni possibili. Vero è che la nostra indagine è (1) E, aggiungiamo, nemmeno democrazia; tanto per quella proprietà dei termini della quale in questa epoca di confusionismo, nessuno sembra preoccuparsi. Bit:JliotecaGino Bianco

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