la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

AFFERMAZIONI REGIONALISTE .. 147 ieratura e del libro magari con la creàzione di una speciale Casa Editrice. La rivista romagnola, < La Pié > sarà d'ora in-· .nanzi, per deliber~zione del Congresso, organo 11fficiale della Federazione delle Società artisti- -ebe di Romagna. Interessi e aspirazioni del popolo Sardo. La stampa quotidiana - e si capisce - non ·mise a suo tempo in giusto rilievo le dichiarazioni fatte alla Camera dinanzi al nuovo GoYerno dall'on. Pietro Mastino per il gruppo Sar- · do di Azione. Leggendole ora, che sono state "Pubblicate in opuscolo, ci accorgiamo come abbiano avuto un alto tono di fierezza ed una rigorosa precisione di· affermazioni. Per quanto ,dal gior·no in cui ·vennero fatte sia passato del tempo tuttavia crediamo opportuno e interes- .sante riprodurre del discorso una parte che serve a precisare gl' ideali e i( metodo del movimento autonomista in Sardegna, di cui il Governo può essersi illuso di avere avuto ragione, ma che riprenderà inevitabilmente il suo corso, 1in che non sieno soddisfatte le esigenze spirituali ed economiche, che gli hanno dato vita. < Il metodo autonomista - disse l'on. Mastino - dovrà imporsi anche in questo campo (della organizzazione delle forze economiche) perchè risponde ad una precisa esigenza della struttura ~conomica e sociale italiana. < Ogni ideale si foggia l'arma più idonea per ~ombattere la propria battaglia. Per la loro ri- :scossa, materiale e morale, i contadini e i pastori della Sardegna si sono inquadrati intorno alla bandiera della autonomia. Riscossa, e lo dico a voce alta e chiara, come l'ho detto sempre, -che non è, e che non intende essere soltanto .riscossa isolana, ma profondamente, appassionatamente, italiana. e Sdegniamo oramai difenderci dall'accusa di .-stparatismo. Il più semplice dei nostri pastori :sa che l'isolamento è la morte, sa bene che malgrado la formale unità politica, è appunto per l' isolamento che la Sardegna ha finora, intristito; è per ri~ongiungersi alla grande anima nazionale che egli combatte. Una distanza incalcolahile divide ancora l'ambiente e la stes- :5a psicologia del nostro popolo dalle fiorenti regioni ove ferve la vita delle grandi industrie -e il grande traffico. e Ma la sempUcità dei nostri contadini e dei .nostri pastori è ormai dominata dalla convinzione profonda che non tutto quello che avvie- ,ne nel continente è grande e civile, e che nel1' isola lontana ci sono virtù e risorse degne di -essere valorizzate e di essere affermate >. Volontà di elevazione, fiducia nelle proprie iorze: ecco cosa volle esprimere il movimento autonomista sardo. Affermazione di rinascita, ,dunque, non tentativo di disgregazione. Quel Biblioteca 'Gino Bianco che era nuovo e confortante nel movimento che s'era affermato in Sardegna era appunto questo : che esso non si volgeva al Governo per pitoccare elemosine e speciali concessioni, per reclamare invece di essere lasciato più libero di provvedere da sè - senza intervenzionismi e protezionismi impaccianti - al proprio avvenire. Preoccllpazioni Valdostane. Abbiamo altre· volte parlato della questione dell' insegnamento in lingua francese nelle scuole elementari e in quelle medie che agita la popolazione italiana della Valle d'Aosta. Per ciò che ha riguardo alle scuole elementari il presidente della Lega Valdostana ha avuto dal Ministro Gentile buone parole in attesa di un progetto di legge lo studio del quale - secondo il ministro - sarà < per quanto mai premuroso, altrettanto accurato e prudente>. Ma mentre le cose sono a questo punto di buone promesse da una parte e di fiduciosa attesa dall'altra, ecco che gl' insegnamenti in lingua straniera sono minacciati dal nuovo Governo di una tassa speciale. Giustamente la popolazione valdostana è preoccupata di sapere come una disposizione di tal genere - che potrebbe essere considerata di secondaria importanza - sarà interpretata nei suoi riguardi. La lingua francese può cioè nella valle d'Aosta essere considerata come straniera? In modo assoluto, no. Sarebbe altrimenti considerare come stranieri di fronte alla Nazione tutti i valdostani. Lo avverte con ogni ragione il dott. A. Rean, che della Lega Valdostana è il presidente. e La lingua francese in uso nella valle italiana che porta il nome d'Aosta -- egli scrive - è una lingua nazionale allo stesso modo che tutti i dialetti più disparati che adornano ·le di verse provincie d'Italia ove essi si sono formati, sono dialetti nazionali. E infatti chi si azzarderebbe mai di designarli altrimenti? I prodotti partico1ari del nostro suolo e delle nostre montagne, nonostante i loro caratteri ass_olutamente specifici e distinti non sono essi prodotti nazionali? Se dunque tutto ciò che si trova incluso nella nazione, dalle foreste delle nostre montagne fino ai più informi ptTodotti dei nostri campi, sono tutti, ai fini delle esigenze fiscali, rigorosamente catalogati come prodotti eminentemente 11,azionali, perchè la Ungna francese inerente ali' anima degli abitanti dovrebbe fare eccezione alla regola ? > Giustissimo I Auguriamoci, per ciò, che nelr interesse stesso dello Stato, non si dia al provvedimento che colpisce di una tassa l'insegnamento in lingua straniera una interpretazione falsa che mentre offenderebbe la giustizia servirebbe ad indebolire una unità secolare di sentimenti e di volontà nazionali. •

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