la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

• NOTE E COMMENTI 141 versi elementi ed evitare nel suo seno la determinazione e la opposizione di varie tendenze. I nazionali-· sti - per quanto inquadrati nel fascismo - tenderanno a ritrovare in certi capi piuttosto che· in altri, nei vecchi capi, i loro ispiratori, le loro guide ideali. E risorgerà di dentro quel pericolo che si è voluto togliere di mezzo, nella strada. Le elezioni a novembre. Sembra che le· elezioni si faranno a noven1bre. Questa è la voce che corre. Può darsi che si tratti solo della voce degli aspiranti alla deputazione che sono sempre moltissimi, nonostante la situazione mutata e nonostante il cordiale disprezzo che gli uomini nuovi (se non in altro nel vestito) mostrano di nutrire per l' istituto parlamentare. Ma è sempre importante che se ne parli con tanta insf s tenza. Non occorre avvertire perchè. Come si fa ranno le elezioni ? Con quale sistema? Rimarrà il progetto Bianchi o prevarrà l'idea dell'on. Farinacci e di altri molti per un ritorno al collegio uninominale ? Questo lo vedremo quando Michele Bianchi e l'on. Farinacci - che Mussolini ha messi insieme nella stessa Commissione incaricata di redigere il progetto definitivo della riforma elettorale - si saranno messi d' accordo. È facile che come avviamento al Collegio uninominale si accetti l' idea di una circoscrizione elettorale molto più ristretta- della regione. Si restringerà cosl ancora di più la rappresentanza' riservata alla minoranza e si renderà n1eno facile il giuoco della proporzionale. Ma il sistema delle elezioni importa anch'esso pochissimo, se la stessa libertà di voto è soppressa, se partecipare alla votazione per esprimere Biblioteca .Gino Bianco le proprie opinioni e le proprie preferenz_e è impedito, se ai partiti più diversi e alle contrastanti opinioni è inibito raccogliersi ed affermarsi. Speriamo bene che il governo fasci sta non voglia lasciare che si ripeta per le elezioni politiche quel che è avvenuto, quasi dovunque, per le elezioni amministrative. Tenga piuttosto _ in vita questa Camera per altri due, tre anni, chè ne è degna. O chiuda - se gli fa comodo - addirittura Montecitorio. Nomini, magari, i deputati per decreto reale o ne riservi la elezione. alle sole sezioni fasciste. Tanto questa è rivoluzione, e la rivoluzione può, si sa, fare queJlo che vuole. Ma non lasci che sia offeso il diritto elettorale in ciò che ha solo di legittimo: la libera coscienza dell'elettore, giacchè offendendolo non si offende questo o quel partito, si offende l'Italia ' semplicemente. .. Stato di Diritto o Stato di Polizia. I socialisti e i comunisti hanno torto di dolersi per i provvedimenti di polizia che il Governo di Mussolini prende nei loro riguardi. E non unican1ente nei loro J Mussolini non fa che applicare gli stessi criteri e metodi di governo che hanno avuto - dopo la guerra - la loro applicazione pratica in Russia e che i socialisti in Italia hanno largamente predicato e teorizzato. Egli ha saputo trarre dai metodi e dalle esperienze del bolscevismo russo quel profitto che i socialcomunisti non hanno saputo. Sia pure a profitto della borghesia J Diciamo anzi che il bolscevismo, anzichè schiudere la porta alla redenzione del proletariato, ha prestato armi giustificazioni e pretesti a questa marea di reazione sotto la quale minacciano di rimanere sommersi tutti i principi di quel diritto pubblico che fu faticosa conquista

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