104 LA CRITICA POLITICA taneità e stabilità dei sentimenti éhe ora sembrano prevalere non è possibile fare assegnamento soverchio. La rapidità con cui tanti socialisti rivoluzionari sono passati all'ultima ora e dopo l'ultima ora al fascismo non garantisce affatto sulla genuinità della conversione. Allo stesso modo il < miracolo che ha convertito al fascismo tutti quei riformisti, democratici sociali, giolittiani, popolari e via dicendo i quali non auspicavano se non la collaborazione coi socialisti e successivi maggiori, esperimenti di socialismo di Stato > è uno di quelli sulla cui natura c'è da restare pensosi (1). I consensi sono troppi. Le conversioni troppo rapide e troppo recenti. L'Italia che appena un anno addietro sembrava camminare a gran passi verso un estre1nismo di sinistra - si che non v'era più un partito solo che non si proclamasse per lo meno den10cratico (2) - è ora dominata dà un estremismo di destra che ogni giorno si accentua. Ma estremismo è sempre, mentre la macchina dello Stato è nelle condizioni meno favorevoli per sopportare una sterzata così forte. * * * Il sen. Albertini non è certo il solo a nutrire queste preoccupazioni. Potreino anzi dire che egli esprime uno stato d'animo abbastanza diffuso,. per quanto raramente confessato. Quando egli, però, si spinge a fissare un minimo di esigenze nelle quali lo Stato liberale dovrebbe trovare oggi la propria affermazione e difesa e il partito liberale il fondamento programmatico per la propria ricostituzione, non ha più chi l'intenda .. Siamo oramai lontani dal tempo in cui lo Stato liberale - quale compromesso tra la reazione e la rivoluzione - era considerato come risultato di illuminata saggezza e di previdenza, S'è smarrita la tradizione liberale insieme alle premesse del liberalismo. La libertà era allora il presupposto delle forme giuridico politiche che la contenevano e la limitavano: in materia economica era metodo direttivo in quanto serviva anche a dare soddisfazione alle preoccupazioni conservatrici della borghesia. Il liberalismo si poneva in contrasto deciso colla dottrina socialista che alla iniziativa libera degli individui e delle associazioni spontanee tendeva a sostituire la iniziativa collettiva regolata dallo Stato .. Ogni concessione ali' intervezi'onismo statale era negata co1ne concessione fatta allo spirito del socialismo. Il rispetto al principio di nazionalità si poneva anch'esso, logicamente, come base fonda1nentale ed esclusiva della politica· estera di uno ·stato per il quale realizzare l'unità della (1) Vedere gli articoli del Co"iere della Sera degli 8, 9, 11 e 17 marzo. l2} I soli nazionalisti non hanno mai fatto professioni di fede democratica ad eccezione del primo periodo dell'intervento quando resero pur essi larghissimo omaggio alle finalità democratiche che si pretendeva assegnare alla guerra europea. Ma i nazionalisti - a parte la esiguità. · delle forze numeriche di cui disposero fino al giorno in cui incominciò a delinearsi il successo del fascismo - non s'era dato nome di partito politico. Quando pensò di assumerne veramente la funzione provvide il fascismo a deliberarne la liquidazione. Biblioteca Gino Bianco
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