136 LA CRITICA POLITICA altro. In genere le amministrazioni e le cricche dominanti rapidamente in quei giorni costituirono dei fasci piccoli, in modo che non assorbissero se non parte dei loro adepti, e se ne fecero, approfittando della. confusione del momento, dei mazzieri, seguendo la tradizione paesana di giolittiana memoria, a difesa e ad offesa. Quelli che non poterono entrare n.el fascismo, gli oppositori delle amn1inistrazioni locali, e qualche volta anche elementi di sjnistra, o s' introdussero nelle sezioni nazionaliste o ve le costituirono, dove i loro avversari non furono tanto forti, da impedirlo. Le direzioni provinciali dei fasci, anche aniqiate dalle mi- , gliori intenzioni, sia perchè spinte dal bisogno di fare adepti, sia tratte. facÙmente in inganno, sia per l' impossibilità pratica di romperla in modo assoluto e dovunque col passato, d(?vettero subire compromessi e cercare di integrare la loro azione su quella, dove più dove meno, dei partiti locali. Ma i dirigenti del fascismo pare che si rendano conto di questo stato di cose e che intendano porvi rimedio. Resta a vedere con quali criteri e con quale serietà si metteranno al rinnovamento della vita cittadina o se i nuovi capi saranno emanazione, come per Io passato, di interessi di cricche e di caste. È difficile portare il proprio giudizio sulle condizioni economico-so-- ciali che han favorito il fascismo e sugli elementi che vi hanno partecipato. Appunto nel n1ezzogiorno non è possibile vita politica nè costituzione di partiti perchè vi manca l'organizzazione di grandi interessicollettivi : i pochi individui che in ogni cittadina fanno la politica, si occupano degl' interessi personali di poche famiglie dominanti, dei capi. parte, dei grandi elettori, ne aiutano i figli negli studi e nelle carriere amministrative, danno loro i posti nel Comune e nelle poche aziende pubbliche, diminuiscono loro le tasse, Ii aiutano negli appalti dei servizi pubblici, e sono i1npossibilitati, anche volendo, a fare una politica di idee e di interessi generali, chè parlerebbero a sordi. In genere si può dire che gli agrari hanno visto di buon occhio il fascismo, specie nelle zone rosse, poichè da noi il socialismo non aveva mai predicatò sul serio il lavoro ; anzi i peggiori ele1nenti tra gli agrari, gli assenteisti, hanno sognato di ritornare a trent' anni fa, alla giornata di cinquanta centesimi al contadino. Per le stesse ragioni le m~sse agricole dei contadini guardano con diffidenza _al fascismo e alle organizzazioni sindacali nazionali, temendo di essere presi in trappola, nè si accosteranno al fascismo se non vi si vedono garantiti dalla presenza di uomini che abbiano sperimentati fedeli ai loro interessi. La federazione agraria, come organo di classe, ha serbato un contegno or freddo or allettatore verso i fasci, è difficile dire se per altro motivo che di non spostare le posizioni convalidate. Elementi industriali non sono in Puglia se non scarsissimi. e questi sperano di avere nelle sezioni fasciste delle squadre di mazzieri., da alitnentare col loro danaro. I medi ceti in genere han visto bene il ' · fascismo, tranne le classi dei. maestri e degl' insegnanti che ne contraBibliotecaGino Sianco
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