la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

CLASSI E CATEGORIE 133 ghi, dov'egli usa indifferentemente uno o l'altro termine : inoltre, uno stesso aggruppamento (p. es. la categoria) ha nello stesso tempo funzioni di categoria e privilegi di classe, mentre sembra difficile determinare il momento in cui si .matura la evoluzione della categoria in classe. Ma soprattutto vorrei 1rilev are che alla classificazione delle categorie l' A. procede (rinunciando a costruirla rigorosamente, e limitandosi ad abbozzarla) in base a due criteri, · che è forse meno facile contemperare di quel che a lui non sembri: egli dice, come ho più sopra accennato: "Potremo considerarle (le categorie) in relazione alle funzioni fondan1entali dell'economia produttiva: agricoltura, industria, commercio e attività ausiliarie (i cosl detti lavoratori improduttivi) o potremo, in relazione al diverso modo con cui i singoli compiono tali funzioni, riunirli nelle categorie di lavoratori manuali ed i'ntellettuali, di imprenditori e di impiegati, di produttori e non produttori, ecc. " (207). Ora, se. adottiamo il primo criterio, ciascuna categoria comprende evidentemente individui appartenenti a classi diverse, e fra queste con1e fra quelli si manifesta una .innegabile concidenza d'interessi: la prosperità dell'azienda giova all'azioni~ta e all'operaio, all'imprenditore e al tecnico: d'altra parte risulta chiara la possibilità di veri contrasti fra categorie, nei quali possono essere impegnati solidalmente elementi di differenti classi. Se ci atteniamo invece al secondo e riterio, il rapporto fra classe e categoria ci appare toto coelo mutato: vediamo cioè che p. es. le sottocategorie dei lavoratori intellettuali appartengono a una medesima classe, e si oppongono come tali alle sottocategorie dei lavoratori manuali, appartenenti a una classe diversa: e lo stesso potrebbe ripetersi per le sottocategorie degl' imprenditori e degl' impiegati, che formano strati diversi della stessa classe borghese. Onde avviene che la duplice classificazione per un verso è in antitesi, per l'altro verso coincide con la distinzione delle c!assi. Il contadino e il n1anovale, ovvero l'impiegato di un'azienda agricola e l'impiegato di un'azienda industriale o di una casa commerciale adempiono a funzioni, che sono bensl, in un certo senso, differenti, ma da un punto di vista formale, sono identiche o per lo meno perfettamente omologhe; 2) la condizione economica ha una grande influenza sopra l'assegnazione dell'individuo alla categoria, ovvero della funzione all' individuo: i lavoratori intellettuali non sono sempre i più intellìge.nti, ma piuttosto la selezione ne è operata, nella generalità dei casi, automaticamente fra coloro che appartengono alle classi economicamente privilegiate; la disuguaglianza iniziale è una delle precipue ragioni che fomentano le rivendicazioni delle classi povere; 3) la realtà dei conflitti fra categorie (tra le diverse funzioni sociali e tra i gruppi che le esercitano) non cancella quel " filo rosso che si svolge continuo nel corso della storia umana, per la lotta che si dibatte fra coloro che hanno o hanno di più, e coloro che non hanno o hanno di meno, fra la gente che impera e la gente che langue: la dottrina ~aterialistica della storia può aver avuto il torto di semplificare il processo, e d'irretire la varietà della esperienza storica nella trama di una unica antitesi: il socialismo può aver avuto il torto di assumere a programma l'inasprimento della lotta per affrettare la dissoluzione di un regime e la sua sostituzione con un r~gime nuovo nel quale la contesa verrebbe meno, per mancanza di I BibliotecaG.ino.Bianco I

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