la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

STUDI SOCIALI Classi e categorie < Rapida va dei secoli la spola >, cantava il P-0eta. Ma oggi va rapida la spola degli anni e dei mesi. Ecco qui un libro (l) che reca la data del 1921, ed è uno fra i più seri documenti della crisi di smarrin1ento, dell'ansia di \ ricostruzione che la guerra lasciò in immediato retaggio alla parte più nobile e pensosa della gioventù combattente. L'Artom si proponeva di fissare le caratteristiche del mo1nento storico singolarissimo e di porre in tern1ini precisi gli angosciosi problemi che assillavano la coscienza comune. Come il Saint-Simon nei giorni della Restaurazione, egli era persuaso che < l' hun1a- • nité n' est pas fai te pour habiter des ruines > ma deve ricostruirsi la sua casa, per dimorarvi in pacifica operosa convivenza. Indietro non si torna: la gretta dottrina conservatrice, sinton10 di angustia intellettuale congiunta sovente a insensibilità morale, è una maschera che cela dietro di sè assurde velleità reazionarie: non si galvanizza il cadavere di una borghesia onnipotente, signora di un proletariato < taillable et corvéable à merci>: l'A. non esitava a proclamare il fallimento del salariat"o (149) e la necessità di una più diretta partecipazione degli operai, non come singoli ma come masse, alla gestione dell'azienda industriale. La occupazione delle fabbriche aveva il valore di un monito solenne: il problema sociale era essenzialmente il problema dei Consigli di Fabbrica: si trattava di determinare fino a qual punto la borghesia dovesse procedere sulla via delle concessioni, per evitar di soccombere all'impeto. delle forze rivoluzionarie e per ottenere, supplichevolmente, che, nell'interesse stesso della produzione, la sua sopravvivenza fosse tollerata almeno come un male necessario. Quanto mutati i tempi, in questi due anni ! Oggi la energia rivoluzionaria del proletariato sembra domata, la organizzazione socialista è appena un ricordo, e alle classi lavoratrici non è nemme·no lecito di fare una politica propria, in contrasto con quella delle classi dominanti. Il libro dell' A., considerato alla luce delle più recenti esperienze, acquista un singolare valore retrospettivo, come segno di tempi che paiono già lontani. Ma esso conserva immutato, in ogni modo, il s_uo intere.sse come opera di dottrina, come saggio di una originale interpetrazione della costituzione sociale: io mi limito a considerarlo da que~to punto di vista, trascurando il resto: sarà tuttavia inevitabilè che nella esemplificazione ricorrano accenni che si riferiscono a condizioni politiche diverse dalle attuali. L' A., per precisare le ragioni del suo dissenso dalle teorie socialiste, procede a una revisione del concetto di <classe> e reca un contril;>uto ve- (1) EUGENIO ARTOM, Lineamenti della crisi sociale. Con prefazione del prof. Achille Loria. Torino, U. T. E. T., in-8, pag. XI-359. - Lire 20. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==