la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

PER U.NA INTESA TRA ·t' ITALIA E LA FRANCIA 129 sacchi marcati < Postes Françaises > che era loro vietato di aprire. AI rituale annuncio < Correo Diplomatico de Francia> e alla vista del passaporto il loro dovere era inchinarsi. Io non so se, vista la attuale miseria econon1ica, le valigi. diplomatiche franco-italiane contengano oggi niente altro fuor che dei < chiffons de papier >. Non credo che contengano altro. Mussolini se si ricorda di certi contrabbandi di valigi diplomatiche di tutt'altra natura, dei quali la Missione Pierre Contray a Ginevra si rendeva colpevole, deve ben sorridere ritornando col · pensiero a quel te1npo. Oggi non si tratta pjù di far passare dall'Italia alla Svizzera e dalla Svizzera all'Italia i segreti della Missione Marittima francese di Ginevra. Egli fa passare nelle valigi della diplomazia l' avvenire della Francia e dell' Italia. E ciò pesa assai più. Ecco perchè vorremmo che il suo nazionalisrno fascista che prelende di allargare le sue preoccupazioni spirituali all' utn~nità intera e non attenersi alla fonnula del < sacro egoismo >, avesse, sopratutto, la forza di non rinunciare ali' antica ideologia den1ocratica co1nprendend_o che se è bello mettere l'Italia innanzi a tutto e sopra tutto, è anche bello e ancora più bello non ditnenticare che gli uomini non debbono piì1 essere gettati, vittime innocenti, al maéello dei campi di battaglia per il capriccio e le aspirapioni megalo1nani di alcuni ambiziosi. Come è detto anche in un libro sul fascismo del Gorgo lini - ora presentato da Eugène Mar san al pubblico francese - è passata l' epoca della politica roniantica. Parigi, 10 marzo 1923. CAMILLE PITOLLET LO SCANDALO SUI RESIDUA TI ---------------· Lo scandalo non è tanto nel fatto che gl' ideali della cooperazione e le benemerenze dei combattenti abbiat1io potuto servire ad alcuni per realizzare illegittimi guadagni in danno dello Stato e che 11iilioni di niateriale residuato siano andati in tal modo dispersi senza che la cooperazione e i conibattenti ne abbiano ricavato benefici diretti; lo scandalo vero è che questi signori abbiano potuto sollevare sulla stampa un tale can can da far pensare se per caso non debba essere la Conin,issione d'Inchiesta a finir sotto processo anzichè i profittatori. Se si dovessero prendere per btiGno ciò che scrive certa sta,npa così dovrebbe, in/atti, avvenire. Coloro che hanno profittato non si liniitano a giustificarsi, attaccano; non si difendono, niinacciano, accusano .. Perchè si sentono sicuri dell'impunità f Sperianio di no. Intanto però parlano in nonie dell'Italia nuova, della produzione, del lavoro che essi, proprio essi,. avrebbero contrib11,itoa rifare e che oggi legittimamente rapresenterebbero. Francamente, lo spettacolo è mortificante. 1 capi responsabili del fascismo per i ·prinii devono esserne seccati e sentire il disgusto di certe solidarietà ideali e di certi collaboratori non desiderabili I Auguriamo che la faccenda finisca come deve finire. Non ci può essere pietà per i profittatori del pubblico denaro. Il denaro dello Stato non deve· essere oggetto di speculazioni. Altro che parlare di oneste mediazioni e di sudati guadagni di niezzo milione sili denari fatti perdere allo Stato I La morale non è - conte ci è capitato di leggere in un giornale tra i più tenaci nella difesa dei profittatori e della legittimità dei profitti - non è un pregiudizio socialista I Se l'Italia si deve rt/are è necessario restaurare sopratutto, la morale pùbblica la quale inco11iincia appunto là dove quella di certi signori finisce. iblioteca •Gino Bianco

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