la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

I I. .. Per una intesa tra l' Italia e la Francia· La campagna del dott. Gaida sul Messaggero di Roma e una risposta del Matin di Parigi hanno ri1nesso in discussione l'eterna questione del riavvicinamento franco-italiano. Ci sembra inutile ricordare che gli argomenti adoperati per dimostrare la convenienza di un accordo tra i due paesi etnicamente vi- -cini - meno tuttavia che non si pensi in certi ambienti francesi - ed economica1nente complementari, non sono nuovi. Nella loro originalità essenziale sono anzi vecchi di diversi lustri. Per un periodo più recente ci basterà ritnandare il lettore alla collezione del Corriere della Sera di un anno addietro. È certo, però, che l'attuale momento si presenta in particolar modo favorevole ad una ripresa di trattative destinate a concludersi sul tappeto verde della diplomazia. Da una parte l'avvento della dittatura fascista rinnovando - nell'apparenza se non altro - il personale 111inisteriale italiano e, dall'altra, la scomparsa dell'aggruppamento politico a cui il nome di Intesa era molto male appropriato e la particolare situazione della Francia nella Ruhr, hanno creato uno stato di cose di tale gravità dal punto di vista inter- , nazionale da far considerare tutta l'opportunità di un riavvicinamento tra i due paesi, di cui l'uno e l'altro allo stato presente mancano di appoggio al inondo e la cui unione consoliderebbe automaticamente una situazione che per ciascuno di essi appare oggi assai critica in un' Europa in procinto di nuove guerre. In questa considerazione iniziale tutti sembrano essere d'accordo. Le difficoltà ricominciano quando si tratta di scendere sul terreno delle realizzazioni pratiche, e di arrivare ad una soluzione. L'avvento del fascis1no ha già avuto in Francia - come era da prevedere - una copiosa letteratura nei giornali e nelle riviste. Mentre i primi si sono diffusi a descriverne gli aspetti pittoreschi, le altre si sono preoccupate. di mostrarne il carattere innovatore. In ogni caso - a parte la diversità dei giudizi - gl' italiani non possono dire che la loro « rivoluzione > ci abbia lasciati indifferenti. La bibliografia del fascismo in Francia è là a dimostrare con quale interessamento da noi sia seguita l'instaurazione della dittatura di Mussolini fin dalle sue origini. Tale interessa1nento in genere è ispirato a simpatia piuttosto che ad ostilità ; ad ogni modo sarebbe difficile trovare nei nostri giornali sul fascismo ·istantane~ della < severità > di quelle che, per esempio, l'americano residente a Roma Carleton Beals ha pubblicato nel The Nation di New BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==