la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

I RISULTATI DELL'INCHIESTA 119 La relazione è preceduta da una introduzione in cui il presidente on. Mazzolani nel prospettare il lavoro co1npiuto fa rilevare che .la Commissione è ben lungi dal ritenere di aver esaurito il suo compite, vastissimo, e ne assegna le ragioni nell'aver voluto limitare al miniano possibile le spese del suo funzionamento, nella difficoltà di procurarsi i documenti da esaminare, nell'essere stato pubblicato solo sette mesi prima che spirass~ il termine assegnatole, il regolamento di procedura. Nella relazione si ricerca il costo finanziario della guerra e lo si fa ascendere, per le spese già bilanciate dall'esercizio 1914-1915 fino a quello corrente 1922-23, ad una somma che si avvicina molto a 144 miliardi di lire. Vi sarebbero inoltre circa 12 n1iliardi di spese erogate dalle gestioni fuori bilancio, che non avrebbero ancora fatto apparizione sul bilancio. Si astrae in questo calcolo dagli oneri futuri per le pensioni, per gl' interessi dei de- . biti, per il risarcimento dei danni di guerra, per le spese di cambio, per la concessione delle polizze ai co1nbattenti nonchè da altri oneri futuri di natura assolutamente indiretta; come si astrae dagli eventuali introiti rappresentati dalle rescissioni dei contratti disposte dopo l'armistizio, dall'alienazione del materiale residuato dalla guerra, dai crediti verso le nazioni estere e dai crediti per le riparazioni. La Commissione ritiene che < a parte le singole responsabilit~, a parte le speciali circostanze, il costo sia stato notevolmente più elevato di quello che, in relazione alle finalità conseguite, avrebbe dovuto essere e ciò a causa della mancata e deficiente organizzazione dell'amministrazione statale e delle diretti ve poli tiche seguite durante la guerra e nell'immediato dopoguerra>. I recuperi deliberati dalla Commissione ascendono a poco più di 300 milioni di lire, ma non è inutile osservare che tale cifra non rappresenta l'effettivo introito dello Stato, giacchè le ditte a carico delle quali i recu- , peri sono stati posti posso1Ìo rivolgersi al Collegio Arbitrale istituito con la legge 19 dicembre 1921 per sentirli ridurre o annullare. Tra le conclusioni più importanti sono le seguenti. Per la propaganda furono spese in 3 anni circa 18 milioni, ma pu~trol)'po essa non fu organiz .. zata come avrebbe dovuto e specie per quelle fatte all'estero, si ebbero risultati opposti a quelli voluti: in ogni caso le spese avrebbero dovuto essere assai minori. Per la Marina 111,ilitare il giudizio complessivo è che gli organi principali abbiano saputo fronteggiare tutte le esigenze tecniche ed amministrative con senso sufficiente delle proprie responsabilità, e tutte le • critiche riguardano manchevolezze di singoli, non già difetti organici di ordine generale. Per la Marina niercantile il giudizio è assai più severo, -giacchè durante la guerra mancò nel primo periodo coerenza e continuità di regolamento da parte dell' A1nministrazione pubblica; nel secondo vi furono alcuni gravi fatti di favoritismi, dovuti a ragioni politiche, come nella vendita di cinque navi alla Cooperativa Garibaldi, avvenuta sqtto il governo dell'on .. Nitti: il governo di quest'ultimo deliberò di vendere le navi senza alcuna previa autorizzazione del potere legislativo e senza neppure la formalità del decreto legge, senza osservare neppure la procedura dei pubblici incanti. La Commissione ha ritenuto che < il Governo avrebbe ricavato eon una pubblica gara fra armatori nazionali, quattro o cinque diecine di milioni, almeno, di più di quanto gli fu pagato dalla Cooperativa Garibal- .Biblioteca Gino Bianco

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