la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

LE INCOGNITE DELLA POLITICA ECONOMICA 113 della Banca Italiana di Sconto e per evitare una perdita rovinosa alla Banca d' Italia che si è dovuta fare garante di questi crediti, era assai più onesto e prudente regalare !0 o 1_00 rnilioni ~ fondo perdut~ e nell_o stesso tempo procedere senza riguardi e senza pietà contro gh ain1n1nistratori che aveano condotto l' impresa a cos) rapida e disastrosa rovina. Una delle più grandi debolezze dell'econo1nia italiana è la sfiducia . che mostra il risparmio verso gli investimenti industriali ;. e niente contribuisce a tener viva ed esasperare questa sfiducia quanto il vedere la leggerezza, la facilità e la completa impunità con cui speculatori privi di scrupoli giuocano sulla pelle degli azionisti. * * * Si potrebbe tuttavia supporre che il governo debole verso il grande capitalismo bancario ed industriale, resistesse almeno alle pressioni che gli vengono dal basso, dall' inviso cooperativismo < piovra dello Stato>. Ma anche qui, per 1nolti indizi almeno, pare che basti un 1nutamento di colore politico in chi chiede, perchè il vecchio sistema dei favori e delle eccessive larghezze nel credito continui come per il passato; e se sono vere le voci che circolano con insistenza, lo stess.o Istituto Nazionale di Credito per la Cooperazione, contro cui si sono appuntate per due anni le critiche più severe e che sembrava l'esponente massimo di una politica socialistoide sperperatrice, l' Istituto che pare abbia più di 600 milioni d' itnmobilizzazioni, difficilmente realizzabili, sarà anch'esso, con tutta probabilità, salvato a spese dell'erario ed anco rafforzato per finanziare le nuove cooperative n_azionali, che son poi se1npre quelle contro cui si è tanto tuonato. * * * In realtà coesistono nei giovani che oggi dominano l'opinione pubblica od hanno in mano il potere due mentalità opposte e nettamente contraddittorie : da un lato vi sono dei liberisti sinceri, i quali non solo per ispirito antisocialista ed antiproletario, ma per convinzione, vorrebbero spogliare lo Stato di tutte le sue funzioni economiche e restituire la intera libertà e responsabilità all' iniziativa privata. Dall' altro ci sono degli ingenui che in buona fede credono di potere con un atto di volontà o di violenza radd1;izzare la via delle correnti economiche, e sono convinti che .la milizia volontaria ferro viaria restaurerà il bilancio delle ferrovie, che la milizia agricola obbligherà i contadini a lavorare meglio la terra, od obbligherà la terra a produrre di più. Di una tale mentalità cos) tipicamente e ingenuamente paternalistica approfittano i furbi per costruire su ~i essa la propria piccola o grande fortuna personale. Un esempio significante di questo connubio tra ingenuità intervenzionalistica e furberia di speculatori e di affaristi, s'era avuta nella costituzione 1blioteca Gino Bia. co I •

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