la critica politica - anno III - n. 3 - 25 marzo 1923

112 LA CRITICA POLITICA dell'aquisto di azioni per una som1na così cospicua. Egli ci infor1na che i primi dirigenti del Gruppo Ansaldo (i fratelli Perrone) denunciarono per gli impianti nella Val d'Aosta una spesa complessiva di 300 milioni, che egli però crede di dover ridurre a 250 milioni; e poichè una parte . considerevole di questi lavori avrebbe rappresentato delle opere di preponderante utilità pubblica, gli interessati chiedevano allo Stato un concorso di 130 milioni a fondo perduto. Per risolvere la vertenza il senatore Conti, presidente della Commissione per le liquidazioni delle spese di guerra, faceva studiare dai tecnici il problema, ed essi riconoscevano che le spese per opere da considerarsi pubbliche ammontavano a 90 milioni, e proponevano che lo Stato ne desse gli 8 /, 0 , cioè 72 milioni. « ~l Ministero, conclude il Cabiati, ha ragionato che, dal momento che si dovevano dare 70 ,nilioni in cifra tonda a fondo perduto, era più op- ~ portuno partecipare all'operazione per ritrarne un guadagno~. Perchè lo Stato dovesse dare quella somma il Cabiati non Io dice, e non sarebbe facile clirnostrare che la costruzione di alcune strade, e di qualche tronco di filovia, in un breve tratto della val d'Aosta indirizzate per di più ad un fine particolare, possa costituire un complesso di opere d'interesse generale di così grande valore, a 1neno che non si cornprendano in esse anche gli i1npianti idroelettrici. Ma anche in questo caso più favorevole e non molto probabile, dato il valore di 120 milioni che si assegna a tutti gli altri impianti, ci sernbra che l'acquisto di quelle opere pubbliche da !)arte dello Stato' sarebbe stato assai meno pericoloso che il suo ingre~<;o come azionista in una impresa dissestata. Di fronte a 70 n1ilioni dati dallo Stato la vecchia Ansaldo non porta che gli impianti, enorme1nente svalutati e gravati da debiti ipotecari su almeno un terzo del suo valore.... no1ninale. D'altra parte gli impianti stessi non sono ancora ultitnati e richiederanno decine di 1nilioni di nuovi lavori. Il giorno in cui l' itnpresa grandiosa, ma anche spaventosamente costosa, potrà esplicare completamente la sua attività, in cui oggi si afferma che la parte idroelettrica dovrà avere la prevalenza sulla parte siderurgica, necessariamente limitata dai costi altissimi ~ dalla modesta produzione delle miniere, in quel giorno il capitale d'esercizio verrà completamente a mancare, e .Io Stato azionista si troverà nella necessità di far nuovi apporti di capitale o di lasciare cadere l' i1npresa in cui si è impegnato cos) a fondo. In realtà la trovata dello Stato azionista è un espediente poco sincero e assai più pericoloso per continuare sotto altra forma il vecchio sistema di regalare periodica1nente i danari dei contribuenti a gruppi industriali, che fanno i 1negalo1nani, non per semplice ingenuità perchè questa· megalomania è il mezzo migliore per costruirvi sopra delle grandiose speculazioni finanziarie a spese dello Stato e degli azionisti in- . genu1. Se il governo credeva di dover intervenire nell' interesse dei creditori Biblioteca Gino Bianco

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