la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

• Il terreno della prova : la politica doganale È sul problema doganale che si addimostrerà la volontà di lotta del fascismo; ora divenuto padrone dello ~tato, contro tutte le forme di parassitismo che dell'opera legislativa dei governi di ieri hanno largamente profittato e tuttora profittano. Se certe fonne di parassitismo che l'azione politico-parlamentare dei socialisti nostrani era riuscita _ad applicare a favore di determinate categorie e di ristretti gruppi di operai erano condannevoli e 1neritavano di essere colpite - in quanto, anzichè attuare una maggiore giustizia, determinavano maggiori insolidarietà sociali - a maggior ragione dovrebbe essere colpito, senza pfetà, il parassitismo esercitato da certi gruppi capitalistici specialmente industriali in quanto danneggia tutta l'economia nazionale. Nessuna opera seria di ricostruzione sarà mai possibile in Italia fino a quando non sarà divelta dalle radici la pianta del parassitismo. Il fascismo potrebbe avere la forza di farlo ; ma ne avrà la volontà? Questo è il punto. Finora abbiamo atteso invano un atto che possa essere considerat.o come l' inizio di un'opera in tal senso. Tra i numerosi provvedimenti attraverso i quali si esplica l'attività del nuovo governo non ve n' ha ancora uno che colpisca direttamente o indirettamente al più caratteristico istrumento d' ingiustizia e di arbitrio che i gruppi parassitari siano riusciti a stabilire in Italia con la complicità attiva e passiva dei partiti dirigenti:: e cioè la tariffa doganale che dal l luglio 1921 è venuta a turbare vieppiù l'economia nazionale - già tremendamente scossa da altre cause - e a comprometterne seriamente J'avvenire. Si tratta di un regalo fatto alla Nazione dall'on. Giolitti, nel momento stesso in cui nel giugno del '21 abbandonava il potere per non più ritornarvi, come ci consentono di sperare ragioni di età e.... la 1nutata situazione. Il modo come la nuova tariffa doganale venne imposta, lascia intendere in modo assai chiaro quanto formidabilmente organizzati fossero nello Stato gl' interessati particolari che da essa dovevano trarre beneficio. L'on. Giolitti che aveva solennemente promesso alla Ca1nera e al paese, nelle elezioni di pochi mesi avanti, di non ricorrere più al sistema dei decreti-legge si affrettò - sapendo di dover lasciare il potere - ad applicare la nuova tariffa con decreto-catenaccio del 9 giugno 1921. Il provvedimento repentino non era giustificato da nessuna urgente necessità e il Parlamento non ne fu affatto informato per quanto fin dal 1917 il Go... . Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==