L'AVVENTO DEL FASCISMO VISTO DA LONTANO 57 • mente la guerra vittoriosa ha ~reato un'atmosfera nazionale comune, in seno allà quale potranno s·orgere presto o tardi partiti le cui differenze sieno• men prof onde che il patrin1onip comune, partiti complementari e non esterni gli uni agli altri e allo Stato, capaci in tal misura di far funzionar ben.e I' istituto parlamentare. Ma il processo sarà tutt'altro che fac_ile e non potrà arrivare a compimento che in una Europa che arrivi ad assicurarsi una tranquillità duratura che consenta esperimenti semplici ed educativi specie in materia economica e sociale. Ali' estero si ha l' impressione, echeggiata giorni sono da ½ord (}rey, che il mutamento avvenuto in Italia non è coefficiente e promessa di pace nel rnondo ; certi discorsi e certe frasi del1' on.· Mussolini, la mal celata irrisione circa la Lega de1le Nazioni nel suo pritno discorso al Parla_mento, la nomina a rappresentante dell'Italia a Ginevra dell'on. Salandra, l'uomo del < sacro egoismo >, l'appoggio morale iniziale alla Francia nella Conferenza di Parigi, non sono fatti per attirar simpatie all'Italia dal!' Inghilterra. L' Italia, ad occhi inglesi, . pel momento, è un paese che ha rinunciato ad essere libero e che ali' idealismo di.Mazzini ha sostituito il realismo di Bismark, con la tendenza a 1nostrare i denti prima di averli. Londra, febbraio. ANGELO CRESPI PREGIUDIZIALE: COSA LO STATO DEV'ESSERE? Tutto il travaglio della nostra Epoca è nella crisi dello Stato, nell1antitesi dello Stato quale è oggi e le molte varie e complesse esigenze dei popoli. Risolvere tale antitesi: ecco il problema. Il fascismo avrà segnato una rivoluzione nella storia unica,nente se vi riuscirà. Altrimenti sarà pur esso un episodio della crisi. Non sono le intenzioni, nè le parole che deterniinano la natura delle cose. Questione pregiudiziale è quella della determinazione _deicompiti dello Stato. Parlaniento o Dittatura, governo di molti o governo di pochi, la sostanza del problema non muterà se la struttura e i compiti dello Stato non muteranno. Il Parlaniento non è il responsabile. La sua incapacità legislativa non dipese - oh no I - dal fatto che il diritto elettorale venne esteso a tutti, nia unica,nente dall'enorme sviluppo preso dallo Stato, incapacità che si rese se11ipreniaggiore ed evidente man mano che l'attività dello Stato cresceva. Anche col collegio unino,ninale e col suffragio ristretto la Camera avrebbe niostrato la stessa incompetenza e la stessa incapacità. È solo dopo aver risolto il quesito < cosa lo Stato dev1essere > che si può procedere oltre. Se no, no. Prima di passare alla ricerca delle modificazioni da apportare al meccanisnio del governo occorre cioè decidere: o per lo Stato di poch~ ed essenziali funzioni o per lo Stato di molte e coniplesse, per le autonomie o per l'accentramento, per la libertà o per fintervento. · E la decisione - per le esperienze già fatte - non dovrebbe essere dubbia . Biblioteca Gino • 1anco /
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