la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

98 LA CRITICA POLITICA esperienza risultasse necessario un· nuovo esame delle condizioni particolari di quella zona tanto sensibile del nostro confine>. Ragione per cui è opportuno denunciarne subito i maggiori difetti e i primi inconvenienti. Se revisioni sembreranno necessarie, meglio. che si compiano presto che tardi. Per noi la soluzione adottata è, fuor di discussione, la soluzione peggiore. L'errore più grosso è quello d~ avere imposto alle nuove provincie la legge unica e l' amministrazione unica del resto d'Italia, sopprimendo le autonomie amministrative consentite dall'Austria e che erano diventate elemento indispensabile di vita e di sviluppo locale (1). Il fascismo al potere ha seguito esattamente Io stesso criterio gretto di unitarismo politico con cui i n1oderati nel '60 imposero il sistema amministrativo peggiore, quello pien1ontese, alle regioni che, in seguito alla guerra di liberazione entrarono a far parte del regno d'Italia! Si è finito cosl per fare da questo lato precisamente ciò che tutti, senza eccezioni, ritenevano egiziale, subito dopo l'armistizio, per le popolazioni redente. Quanto alla divisione amministrativa ecco, per quel che riguarda la loro regione, cosa ne dicono i nostri amici della Venezia Giulia: ~ Una delle ragioni contingenti per le quali noi propugnavamo l'unificazione dell'Udinese con la Venezia • Giulia in un'unica grande provinc.ia era anche quella che così facendo non si sarebbe più dissepolto il fa1noso spauracchio _del pericolo slavo, che, messo a dorn1ire per lunghi periodi, viene tirato fuori e agitato dinanzi alle folle elettorali durante og:ii piccola burrasca schedaiola. (1) Sulla ·lotta autonomista nelle nuove pro .. vincie, vedere quel che ne ha scritto L. SPERANZA in Critica Politica, maggio 1922, pagg. 229-235. BibliotecaGino s·~nco . Nella provincia unica gli slavi di Italia sarebbero stati una minoranza indiscutibile che in nessun caso avrebbe potuto itnporsi. Donde il ditninuito pericolo per la parte italiana che con più largo animo sarebbe stata disposta ad una politica di tranquilla convivenza. Donde lo sfumare d'ogni velleità da parte del nazionalismo slavo che avrebbe preferito una politica dell'accordo sincero a quella della pern1anente ostilità. Ma il < tecnicismo > dilagante e il trionfante empirismo, che domina l'attuale scorcio di politica interna, ha risolto altrimenti e con energico gesto la vessata questione. Ed eccoci con le tre provincie; ed .ecco gli slavi, come una terrina di trippe, divisi in tre buone porzioni con un po' di formaggio tedesco sull'ultima. Così che il famoso <pericolo> - poco reale, ma molto rettorico e ancor più elettorale - non solo non sparisce, ma viene esportato nell'Udinese, dove nel campo delle carote politiche verrà piantato questo alto e grosso spaventapasseri con tanto di pipa in bocca e tanto di roncola in n1ano. Così che anche i placidi slavi delle prealpi carniche e delle vallate del Nati son e, che sinora vissero in per• fetta arn1onia con i friulani, assurgeranno itnmediatamente all'altezza di un vero e pern1anente pericolo nazionale >. NOJ ' TUTTI i nostri abbonati si affrettino a rinnovare l'abbonamento. Ogni vecchio abbonato dovrebbe trovarci un abbonato nuovo. Gli a1nici specialmente hanno il dovere di aiutarci a diffondere questa rivista e a rafforzarne le basi !

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